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Il teorema di Carlotta
Carlotta mi ha appena detto di non fare il cretino. E’ una parola. Io, Carlottinamia, io sono una persona discretamente intelligente e sono ragionevole. Eppure. Non lo so mica cosa devo fare esattamente per non fare il cretino.
Carlotta è la donna della mia vita. Parla tre lingue e con il francese ti arriccia la lingua fissandoti negli occhi come fossi il suo lecca lecca. Ah, e poi Carlotta fa nuoto. Avete presente la pancia di una nuotatrice, si? Quella piccola conca tra l’inguine e l’ombelico? Una cosa assolutamente deliziosa. Sono fortunato, già.
E dunque, non fare il cretino.
Ma Carlottina, me lo spieghi tu cosa devo fare esattamente per non fare il cretino?
Perchè alle cinque della mattina -così, all’improvviso- ho visto un’ombra -la tua- avvolta nel lenzuolo ergersi -come bianco colle nella notte- ed andarsene via?
Sei scappata nell’altra camera.
“Sei un cretino” hai detto.
Perchè? Che ho fatto? Che cosa vuoi che faccia? Cosa ti aspetti da me ora? Vuoi che ti segua, si? Vengo?
Mi rendo conto dei rischi che implica questa mia decisione: se vengo, tu vorrai chiarire ed io non saprò accontentarti. Non lo so mica cosa ti ho fatto, perchè sono un cretino e quindi non posso chiarire ma solo far finta di aver compreso. Ma tu mi staneresti -immediatamente- capiresti che prima di venire cosparso di cenere non ho esercitato alcuna capacità critica ed una decisone d’impulso-questo almeno l’ho imparato- ti va bene solo in certe giornate piene di luce. E mica sempre. E questa è l’unica regola che conosco.
Ma se non vengo -del resto- avrai la certezza che non mi sto applicando in alcun esercizio di rielaborazione. Forse dormo. Questo è male. Manco di sensibilità.
Allora, che faccio?
Io posso superare la tempesta di una notte. Il problema è che mi servono codici, regole, canoni, dogmi, io non voglio il libero arbitrio, voglio una sequenza precisa e matematica che mi porti ad un risultato senza doverci ragionare sopra. Automatismi. Voglio automatismi.
Come in un teorema. Che per sapere quanto misura l’ipotenusa mi basta fare un calcolo preciso. E basta. Devo capire? No, non devo capire.
Ecco, io voglio il teorema di Carlotta.
8.09.2009 7 Commenti Feed Stampa
7 Commenti
CommentaMa, insomma, che avrebbe fatto, ‘sto cretino?
beh, a chi non farebbe comodo un teorema universalmente valido per capire quell’universo a forma di matassa inestricabile che sono le femmine?
sì, mr.trip, ma poi tutto il divertimento dove finisce?
tutte le belle litigate “perché lui non mi capisce” e “perché lei è isterica, avrà le sue cose”?
sai che noia…
gia’, sai che noia
mr. trip non faccia il misogino nonchè amante della quiete domestica, inizi piuttosto a prendere appunti anche lei.
insomma, quella volta il cretino nel sonno aveva rubato ed impilato sulla di lui pancia tutti i cuscini, così lei gli aveva domandato “amore, cosa cazzo hai fatto coi cuscini?”. lui, sempre nel sonno, aveva risposto “non sono affari che ti riguardano”.
imperdonabile.
giovanotto, mi permetta di segnalarle che nel suo ultimo commento c’è un “cazzo” di troppo: che, alle volte, può essere un vero problema.