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Fantasy Channel
Ieri sera, temporaneamente orbato dei canali sky da un malinteso con la mia ex banca, mi rassegno a seguire i canali via etere. Alle 21.00 sul palinsesto di Rai2 fa bella mostra di sé un tale “Voyager – ai confini della conoscenza”. Le alternative sono cose del tipo “La Squadra 24”, “Carramba che culo” e un film di terz’ordine, insomma questa sorta di divulgazione scientifica appare la scelta meno deprimente.
Si parte da Macchu Picchu. Pietrificato dall’orrore, ascolto discorsi sconclusionati su inclinazione dell’asse terrestre, Atlantide, civiltà superiori e astronomie immaginarie finché un indio, che per tono di voce e postura sembra il fratello andino di Prodi (ma senza occhiali), informa cortesemente ma fermamente gli italiani che gli Incas disponevano di porte dimensionali. L’archeologia tradizionale (quella che ha datato la città circa al XV secolo) viene degnata di pochi cenni svagati ai limiti dell’irrisione mentre una voce fuori campo rende noto che, grazie a calcoli effettuati con unità di misura prese di peso da Topolino, la città sarebbe databile a 3500 anni prima di cristo e ci sarebbe lo zampino nientepopodimenoche dei soliti egiziani. Su un planisfero anticato le rette che congiungono Macchu Picchu a Giza, Atlantide, Frascati e Disneyland si sprecano mentre la solita voce mi ammaestra sul fatto che leggende e racconti popolari degli indigeni raccolti dai primi missionari spagnoli narravano dell’esistenza di una razza ben più antica degli Inca stanziata nella valle, una razza dotata di conoscenze e capacità fuori dal comune. D’altronde, mi chiedo, perché fare tanta fatica e sperperare tanto denaro per cercare informazioni sulla nascita dell’universo quando sappiamo benissimo che dal Caos primordiale emerse Gea che generò Urano il quale poi malandrinamente la fecondò per dare vita ai Titani? Che te ne fai di Rubbia quando hai Esiodo?
A questo punto mi volto a guardare la bottiglia di vino rimasta sul tavolo dopo cena ma non ne manca abbastanza. Sono sobrio, quello che sento è reale.
Nel frattempo inizia un altro servizio sull’immancabile Area 51. Un gruppo di sedicenti “esperti” si mette al servizio della trasmissione. Parliamo di un gruppo di pensionati con manie di persecuzione e più che probabili problemi di alcolismo databili in un passato forse non troppo remoto. A sentire loro l’Area 51 non sarebbe una base aerea in cui vengono testati i prototipi dei nuovi velivoli militari, ma una cornucopia di segreti che nelle loro menti devastate vanno dai cadaveri degli alieni a reperti archeologici tanto misteriosi quanto dotati di poteri straordinari. Per indagare più a fondo il mistero dell’Area (sic!) si dividono in due squadre. Una si inerpica con un piccolo telescopio su un rilievo nei dintorni, l’altra va a cagare il cazzo a una delle entrate. Vengono scoperti dei sensori di movimento fuori dalla recinzione (fatto strano nei pressi di una base militare e prova incontrovertibile che gatta ci cova) ma di fatto non accade nulla. I gonzi sulla montagna si ostinano a fissare e fotografare le sagome dei capannoni tremolanti nel calore della vallata mentre quelli nel deserto si accampano nei paraggi armati di uno scanner per frequenze radio. La mattina dopo il gruppo si riunisce di nuovo e durante una seduta di brainstorming che sembra una scena tagliata da “Qualcuno volò sul nido del cuculo” esamina collegialmente le prove raccolte. Sembrano tutti molto eccitati ed effettivamente il materiale è di prim’ordine: 1) nella base ci sono dei capannoni 2) i capannoni sono squadrati, ma mentre alcuni sono grigio scuro altri sembrano di un bianco pallido 3) dall’interno della base un sistema di viglilanza tiene d’occhio gli idioti che ci gironzolano intorno 4) lo scanner ha rivelato una certa dose di traffico sulle frequenza dell’esercito. Fatti due rapidi conti per il gruppo è facile desumere che l’Area 51 agisce al di fuori del sistema di regole delle forze armate statunitensi e in realtà fa capo a un’organizzazione di livello superiore non meglio identificata. La parola “Spectre” attraversa velocemente il mio campo visivo: Adolfo Celi sorbisce voluttuosamente un avana smisurato, circondato da ragazze troppo truccate; di fronte a lui Bush e Cheney si guardano le punte delle scarpe come ragazzini beccati dopo una marachella, limitandosi ad annuire in silenzio quando nella stanza tuona un “Che non accada mai più”. Poi, per fortuna, arriva la pubblicità.
Guardo di nuovo la bottiglia sul tavolo, ma questa volta con un sentimento che oscilla tra l’ingordigia e il desiderio di oblio.
Seguono un servizio sulla “misteriosa” morte di W. A. Mozart (ok, mi sono addormentato, lo ammetto) e un gran finale in cui, con l’ausilio inconsapevole di membri dell’areonautica militare, le scie di condensazione lasciate in cielo dagli aerei vengono definite come il frutto di un non meglio specificato “complotto”. Definisco “inconsapevole” l’ausilio dei militari perché le loro dichiarazioni vengono mandate in alternanza a ricostruzioni piuttosto fantasiose. Le parole del metereologo e del pilota di Tornado sono tanto laconiche quanto competenti e ovviamente non avallano in alcun senso l’ipotesi del complotto (per non dire che non toccano proprio l’assurda materia del contendere) ma secondo un meccanismo ormai collaudato sono funzionali a donare credibilità a ciò che le circonda.
A questo punto, come potrete ben immaginare, il vino era finito.
Tralasciando quest’ultima faccenda dell’Aeronautica (fossi nel Capo di Stato Maggiore denuncerei la trasmissione e i suoi autori), mi chiedo con che coraggio la Rai produca e mostri queste sconcezze. Parliamo di prima serata, davanti alla tv ci sono ragazzini e ragazzine che vanno a scuola, un posto che gli autori di Voyager ignorano ma in cui ci si sforza di insegnare cose sensate e non questa massa di cazzate pseudoscientifiche. E sì che da spettatore di Sky dovrei esserci abituato. History Channel e Discovery non si fanno certo problemi a mandare in onda “documentari” in cui oscuri professoruncoli di provincia e scrittori alla Kolosimo straparlano di piramidi egizie e maya, templari, atlantide, rosacroce, spiritismo, telepatia, ufo e chi più ne ha più ne metta (chi ha la parabola sa di che parlo) ma sky non è un servizio pubblico. Esiste, se non erro, un’associazione di famiglie o qualcosa del genere, una masnada di maniaci religiosi che insorge ogni qual volta vanno in onda una tetta o un culo tra le 20.00 e le 22.00, ma almeno tette e culi esistono, sono reali (come i pargoli che vogliono proteggere scopriranno con enorme godimento tra qualche anno), per cazzate della portata di Voyager chi protesta? Possibile che nessuno in Rai o in parlamento si alzi a dire che non si può far credere a dei ragazzi che Macchu Picchu venne fondata dagli alieni?
26.09.2008 7 Commenti Feed Stampa
7 Commenti
Commentagiovanotto,
siamo seri: quello che lei chiama “malinteso con la mia ex banca” nel linguaggio corrente si dice “andare in rosso perso”! altro che malinteso, se continua a dilapidare i suo guadanii in liquori e donnine ci credo che poi Sky le stacca la spina! sono finiti i tempi di Discoring, Pettinelli, se ne faccia una ragione!! vergonia!
con sentita cordialità
cav. Stacchia
Cavaliere,
la ringrazio di cuore, per…
la franchezza,
la saggezza,
la freschezza,
la completezza,
la compostezza,
la morbidezza,
la sicurezza,
la sfrontatezza,
la destrezza,
l’altezza,
la certezza,
la nititidezza,
l’ampiezza,
la raffinatezza,
la concretezza,
la riservatezza,
la consapevolezza,
l’asprezza,
la correttezza,
la dolcezza,
la ricchezza,
la ragionevolezza
la bellezza,
…dei suoi interventi. Grazie
Io mi sono piegato quando uno dei cospiratori ha indicato quattro capannoni nelle riprese da satellite spiegando che aveva già visto molte foto dei primi due capannoni, ma che non sospettava l’esistenza degli altri due posti dietro ai primi. …Comunque, riguardo a Mozart mi permetto di annotare quel che ho capito io: forse è stato ucciso e i motivi, i metodi, i mandanti e gli esecutori restano oscuri e misteriosi. Divertentissimo per un adulto. Altrettanto diseducativo di History e Discovery (credo di aver visto qualcosa riproposto su La7 o altrove), ma con soldi e finalità pubblici.
“riguardo a Mozart mi permetto di annotare quel che ho capito io: forse è stato ucciso e i motivi, i metodi, i mandanti e gli esecutori restano oscuri e misteriosi”
La sera mi telefona un amico. Anche lui ha avuto la ventura di assistere a quello scempio ma, diversamente da me, non ha passato il tempo dedicato a Mozart tra le braccia di Morfeo.
Praticamente, gli è parso di capire, Mozart sarebbe stato ucciso da sicari inviati dai suoi confratelli massoni per aver divulgato, seppure in maniera alquanto criptica, alcuni segreti dell’ordine ne “Il Flauto Magico”.
La faccenda si inserisce perfettamente nel quadro demenziale della trasmissione ma il mio amico insisteva particolarmente su un fatto: non so se l’ameno conduttore o la solita voce fuori campo, a un certo punto in una sorta di noticina al margine faceva notare come le possibilità che le cause della morte fossero di natura esoterica fossero effettivamente pochine (per non dire nulle) dopo di che, con una cabrata che avrebbe fatto cagare nelle mutande anche il povero Manfred von Richthofen, diceva qualcosa come “ma a noi non importa e continuiamo a raccontarvi ugualmente questa versione“.
Io non apprezzo il sangue e sono sinceramente democratico, ma in tempi come questi i responsabili di certe cose andrebbero legati a una ruota e costretti ad abiurare.
P.S. – Sono sufficientemente cinico da pensare che né questo Giacobbo (il suo CV è qui. Una volta ripresi dallo stordimento per le abbacinanti referenze, vi scongiuro di leggere la sottostante rubrica “Roberto risponde”, mi ringrazierete) né i suoi autori insegnerebbero mai deliberatamente ai propri figli il mucchio di indegne cazzate che invece spandono a piene mani su quelli degli altri. Sanno bene quello che fanno: di questi tempi non vi è merce più commerciabile dell’irrazionale, della chiacchiera, del “Signora mia…”. Per rendersene conto non c’è bisogno di essere così colti, critici e analitici come uno che ha scritto “Mezzogiorno in Famiglia” e “Festa della Mamma”, basta ascoltare una conversazione per strada o accendere la televisione. Tutto fa brodo per nutrire quell’immondezzaio in cui si è trasformato da tempo l’immaginario collettivo degli italiani e nel quale questa gente e i loro mandanti sguazzano come pantegane all’ingrasso.
Questo, in buona sostanza, rende decisamente superflua l’abiura: limitiamoci alla ruota, magari raddoppiando la dose.
caro giovanotto Leo,
non ringrazi il sottoscritto, ma il sinior Pettinelli, che da anni si danna per divulgare il bello ed il vero fra le genti ignare; e gli perdoniamo anche qualche malinteso con la conservatoria dei registri immobiliari, che ha maliziosamente iscritto ipoteca sulla sua casetta bella, e anche quel malinteso col Tribunale di Ancona, che gli ha fatto pignorare il quinto dello stipendio per i prossimi 150 anni, nonché quel simpatico malinteso con la polizia stradale che gli ha tolto la patente per guida in stato di ebbrezza (altro che bottiglia di vino da tavola…). ma cosa vuole, so’ ragazzi, come si dice all’ombra del Cuppolone!
con tanta cordialezza,
cav. Stacchia
La Rubrica “Roberto risponde” è un picco comico che non si vedeva dai tempi di Chaplin.
ho mandato una mail per congratularmi della trasmissione a Roberto, spero la pubblichi sul sito.