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Funamboli sul filo
di Wilmer Comin
Poco importa che vengano a prenderci
ad ali spiegate biondi angioletti
o scarlatti diavoletti.
Mai abbastanza pronti saremo
per il funesto appuntamento.
Non saremo né pettinati né vestiti a festa:
di questi aspetti s’occuperà chi resta.
D’altronde a cerimonie di questo genere
è usanza indossare abiti tinta cenere.
E che la fine
sia annunciata da mesi
o si presenti di sorpresa
maleducata senza avvertire,
la sostanza non cambia
il Tutto segue un preciso disegno:
noi funamboli sul filo,
la vita un mestiere indegno.
23.06.2007 1 Commento Feed Stampa
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CommentaI funamboli… i poeti
Ci sono due specie di persone… ci sono quelli che vivono, giocano e muoiono… e ci sono quelli che si tengono in equilibrio sul crinale della vita… ci sono gli attori… ci sono i funamboli… Il poeta, il vero poeta, possiede l’arte del funambolo. Scrivere è avanzare parola dopo parola su un filo di bellezza, il filo di una poesia, di un’opera, di una storia adagiata su carta di seta. Scrivere è avanzare passo dopo passo, pagina dopo pagina, sul cammino di un libro. Il difficile non è elevarsi dal suolo e mantenersi in equilibrio sul filo del linguaggio, aiutato dal bilanciere della penna. Non è neppure andare dritto su una linea continua e talvolta interrotta da vertigini effimere quanto la cascata di una virgola o l’ostacolo di un punto. No, il difficile, per il poeta è rimanere costantemente su quel filo che è la scrittura, vivere ogni ora della vita all’altezza del proprio sogno, non scendere mai, neppure per qualche istante, dalla corda dell’immaginazione. In verità il difficile è diventare funambolo della parola… da “Neve” di Maxence Fermine