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Morte di un autore di Marija Elifërova
Marija Elifërova è tra le autrici russe più occidentali del catalogo Voland: giovane professoressa di letteratura dell’Università Statale Russa, ha manifestato sin da giovanissima un’attenzione appassionata per la cultura inglese. Il suo primo romanzo, (Smert’ avtora – Morte di un autore, ma anche dell’autore, come fa giustamente notare Valentina Parisi) è un riflesso limpidissimo di questa anglofilia, sviluppatasi poi in un impegno accademico a tempo pieno. Anche le sue ricerche nel campo delle letterature comparate trovano spazio nel romanzo, una sorta di bizzarro esperimento in cui storia e critica letteraria provano a coniugarsi. Già il titolo ci fornisce un forte indizio di metaletterarietà : un autore che parli di un altro scrittore (fittizio per giunta, quindi un prodotto anch’esso della letteratura) apre sempre le porte a un gioco di specchi letterari.
In una Londra ancora palesemente vittoriana e famelica di scandali,  attraverso la modesta voce della redattrice dietro cui la Elifërova si nasconde, viene ricostruita la cronaca di un presunto delitto. Alistair Mopper, scrittore di fama, è circondato nuovamente da un’aurea di successo, legata all’uscita del suo ultimo romanzo, “Il Boiardo Miroslavâ€, il racconto della vita avventurosa di un voivoda decaduto. Attraverso estratti, articoli di giornale, testimonianze tra le più varie e molto più spesso resoconti diaristici, si delineano le tre figure più importanti del romanzo: l’emaciato autore di cui conosciamo già il destino, il personaggio a cui si è ispirato per la creatura del suo romanzo, e un pubblico avido di storie e poco incline a credere a una realtà che non sia di suo gradimento. “Morte di un autore†è infatti una riflessione sulla letteratura mascherata da modesto romanzo gotico, che con l’aiuto di una scrittura semplice e senza pretese pone il lettore davanti alla questione fondamentale del rapporto tra realtà e finzione.
Troppo grande è infatti l’importanza della divisione tra vita e letteratura, e il romanzo in questione non pretende di affrontarla, ma semplicemente di raccontarla attraverso un esempio garbato e a suo modo avvincente, utilizzando la figura ammaliante e mai caricaturale di un vampiro bohémien. Simile a un definitivo eroe byroniano, il vampiro Miroslav si rivela un personaggio fatto di estremità aguzze, e di doti altissime e infime al contempo: il suo carattere è quello di un grande di altri tempi, ma la sua umanità è straziante e moderna. La misoginia sferzante, unita a un orgoglio smisurato rende Miroslav un personaggio lontano e vicino, che ci repelle e attrae insieme, come in un gioco mortale tra preda e predatore.
Trovo che l’intelligenza di un romanzo tuttavia così modesto, stia proprio nella riflessione sul rapporto tra pubblico, autore e prodotto editoriale. Alla fine della vicenda si lascia intendere che l’autore, Alistair Mopper, possa esser stato ucciso dalla sua stessa creatura, Miroslav: “Le muse sono morte, sono rimasti soltanto l’autore e il personaggio, così spietato da prosciugare le energie vitali del suo creatore, amico e assassino…â€.
Ma nella vita di uno scrittore anche il pubblico sa, a volte, comportarsi come il più crudele dei vampiri, manovrando e dissanguando lentamente il proprio idolo senza alcuna pietà .
Marija Elifërova, “Morte di un autoreâ€, traduzione di Massimo Pianta, pp. 240, €15, Voland, 2013
Giudizio: 3/5