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L’ora della caccia di Shane Stevens
Dopo il brillante “Io ti troverò“, Fazi propone un altro “vecchio” romanzo di Shane Stevens (“The Anvil Chorus“, titolo originale, è stato pubblicato nel 1985). L’autore mescola thriller e spy story con un buon ritmo narrativo iniziale e sposta le vicende a Parigi e poi in Germania. L’opera si svolge nel 1975, i fatti di Monaco sono ancora vivi nella memoria dei protagonisti e così tra nazisti riciclati o in fuga, “L’ora della caccia” diventa una piccola maratona tra una rete di fatti e persone troppo vasta; Stevens non è Ellroy anche se nel finale, quando si deve sciogliere il nodo del romanzo, la partitura accelera, le battute diventano più incalzanti. Purtroppo l’oro nazista, il controspionaggio francese, il Mossad e l’inafferrabile Dieter Bock, l’antagonista, di César Dreyfus (lontano parente del capitano dell’affaire), non riescono a sostenere il peso di una vicenda che viene dilatata dalla narrazione in modo eccessivo, la parte centrale è quella più debole, il punto in cui l’editor avrebbe dovuto intervenire in maniera drastica. Non è stato così.
Shane Stevens, “L’ora della caccia“, (ed. or. 1985), pp. 543, 18 euro, Fazi 2012.
Giudizio: 3/5.