Mentre guarda un film al cinema, Clay rivede sbigottito nello schermo sua moglie, protagonista di un film sadomaso, intitolato “Come un guanto di velluto forgiato nel ferro”. Quei pochi fotogrammi e il nome della casa produttrice de film, sono gli unici indizi per ritrovarla. Decide di andarla a cercare. Sarà un viaggio di allucinazioni, tra compagni di strada improbabili ed un finale incalzante, amaro e violentissimo assieme.
Impossibile non accostare questa graphic novel ad alcuni film di David Lynch. Per le atmosfere torbide, per i giochi di incastro tra realtà e finzione, per il costante scambio di obiettivo tra chi vede e chi è visto. Come in un gioco di matrioske, la trama non scorre lineare ma tende a nascondersi e a riapparire, misteriosa ma dischiusa da molteplici e variegate letture. La descrizione di una America arsa dalla violenza, il gusto perverso per la descrizione delle deformità fisiche, la disperazione dei protagonisti, il misterioso e grottesco sfondo degli scontri sociali che si svolgono attorno alle peripezie dello sconcertato protagonista, restituiscono una storia malata, disturbante, perennemente in bilico tra il sogno febbricitante e un universo parallelo, e sua volta confusa dentro una subliminale finzione cinematrografica.
Daniel Clowes, Come un guanto di velluto forgiato nel ferro, Coconino Press, 2009.