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Non avere peli sulla lingua. In altri luoghi, invece, sì.
di Micol
Bene, donne. Tutte in cerchio con me, sedetevi comode e iniziate a presentarvi. Tipo: Ciao, sono Laura e sono depilata. E tutte in coro: Ciao Laura.
Siamo in un ambiente protetto, possiamo essere esattamente quel che siamo, senza finzioni, senza falsi pudori, senza remore.
Lo so, lo so. E’ una questione che solleva qualche pruderie inutile, ma siamo oneste, chi di voi non si fa colare a scadenze determinate cera bollente sul corpo, non per qualche giochetto bondage, ma per farsi strappare con la massima velocità dall’estetista (ma c’è anche qualche coraggiosa che fa da sé) quelli che con gentilezza vengono definiti peli superflui nella zona genitale?
Ecco, donne. Sappiate che da oggi in poi quelle che fra voi eccedono nell’estirpazione, cioè quelle che preferiscono avere un pube glabro, non potranno accedere ai servizi ginecologici offerti dal Sistema sanitario nazionale. A denunciare questa faccenda è il blogger che in un post racconta, tutelando l’identità della paziente, quella dei medici e persino quella dell’ospedale romano, una storia agghiacciante. In sintesi, una paziente si rivolge a un ospedale pubblico per una visita di routine e tale visita le viene negata da ben due ginecologi (una donna e un uomo) che vista la misura depilatoria della signora, si dicono obiettori di coscienza e non disposti, secondo la loro morale, a visitarla. La signora è glabra sul pube.
Voi, donne, direte: embé? E chi se ne frega di come e quanto una donna decide di depilarsi? Io ho solo bisogno di un pap test.

un esempio di moralità (scelto d'arbitrio dalla redazione contro il parere estetico dell'autrice)
Ecco, sappiate che in almeno un ospedale romano, a quanto racconta l’anonima paziente, non verrete visitate perché sarà messa in dubbio la vostra moralità. La moralità del pelo, per dirla tutta. In sintesi, a maggior quantità di peli corrisponde una maggior moralità. Alcune di voi saranno contente, lo so. Quelle che si spinzettano dalla mattina alla sera, per dire. Potranno dirsi donne per bene!
Alle altre, a tutte le altre che come prassi non vanno in giro come yeti, consiglio una minuziosa misurazione della quantità di pelle glabra. Tipo sotto i 4 cm quadrati, sappiate che sarete trattate da puttane. Come se le prostitute non potessero essere visitate dagli obiettori di coscienza. Come se ci fosse stata una legge morale kantiana a guidare la mano di Ippocrate (una cosa vagamente antistorica). Come se, infine, non esistesse la libertà di essere quello che si è, peli o non peli compresi.
Quindi, donne sedute accanto a me, donne dell’ APS (Anonima Peli Superflui) sappiate che potete essere vere, oneste e leali col vostro corpo, solo in questa sede. Certo non, a vedere le statistiche dei medici obiettori, dal vostro ginecologo.
A proposito dei medici obiettori in questione, se siete all’ascolto vi ricordiamo molto umilmente due o tre cosette da nulla: 1) che l’obiezione di coscienza, per poter valere, deve essere prevista da una legge dello Stato, come nel caso, e solo nel caso, della legge 194 sull’aborto; 2) che qualora lo Stato non conceda l’esercizio dell’obiezione di coscienza, le vostre obiezioni sono nient’altro che simpaticissimi reati, dall’interruzione di pubblico servizio al rifiuto e/o omissione di atti di ufficio, per il quale dovreste prendervi qualche mesetto di galera e la interdizione dai pubblici uffici; 3) che rifiutarsi di fare un pap test perché la donna in questione è depilata, è una nobile azione meritevole di una bella causa di risarcimento danni esistenziali per migliaia e migliaia di euro. Ma siamo sicuri che degli eroi senza macchia e senza paura, come voi medici obiettori, non temano gattabuia o debiti giudiziari siano disposti a immolarsi per difendere i loro sacri principi.
Principi come Chiù pilu pi tutti.
Donne, ci vediamo la prossima settimana alla riunione delle APS.
25.03.2009 11 Commenti Feed Stampa
11 Commenti
CommentaCome già detto sul post originale (nella versione riportata su OKnotizie) secondo me la storia è inventata: uno perché è assurda e due perché – anche dopo numerose richieste – non sono stati fatti i nomi dei medici e dell’ospedale.
Poi io studio medicina e da grande farò l’obiettore di coscienza, perché sono contro l’aborto. Comunque non farò nemmeno il ginecologo, per cui il problema non dovrebbe porsi… ma in ogni caso le cosine depilate a me piacciono e puoi dire alle tue amiche dell’APS che possono venire da me senza problemi. Se sono zoccole, meglio.
Simone
Sono venuta in pace, qui.
Taccio.
Vabbe’, forse ho esagerato… e mi scuso anche con le signorine dell’APS: si depilano anche i naturisti e c’è anche chi lo fa semplicemente per sentirsi più pulito, per cui se la storia è vera i 3 medici sono ovviamente degli idioti completi.
Simone
Qui non si trattava di far abortire una donna in stato interessante: si trattava di farle una semplice visita ginecologica di routine. Il nome
degli stronzidei medici non è stato fatto per non pregiudicare future azioni legali; quello della struttura, idem. Per me, chi vuol fare obiezione di coscienza, deve essere tutelato. Allo stesso modo, deve essere tutelato il paziente che decide di sottoporsi ad un trattamento medico la cui legittimità è sancita dalla legge. Se non mi fai abortire tu, medico cattolico, DEVE farmi abortire un tuo collega non obiettore. Non è che per abortire mi tocca andare in Svizzera. L’aborto è legge anche in Italia, mi risulta. E l’obiezione di coscienza deve essere motivata e regolamentata: non è che ogni cazzo di medico possa mettersi ad obiettare su quello che cazzo gli pare. Se l’episodio fosse vero,le due teste di minchiai due luminari in questione andrebbero presi a calci in culo da qui a laggiù, come monito per il futuro. Quanto alla seconda parte dell’intervento di Simone, ha fatto bene Micol a non replicare.Secondo me non c’entra niente il discorso pro/contro aborto che stai tirando fuori adesso. Io ho risposto in maniera anche antipatica (lo ammetto) per il semplice fatto che questa notizia continua a girare e rigirare senza nomi e senza un cavolo di fondamento o prova che sia reale, ma la gente la prende per vera a priori perché se un medico è obiettore allora di conseguenza deve anche essere uno stronzo o come minimo un idiota che se vede una che si depila allora pensa che faccia la prostituta… come se ovviamente gli obiettori siano così imbecilli da non voler curare le prostitute per qualche assurda ragione religiosa o legale o che ne so io.
Se diamo una notizia, anche gravissima come questa (anzi, mi pare una ragione di più) bisogna indicare i luoghi e le persone perché altrimenti si fa una caccia alle streghe senza capire se e dove ci sono state effettivamente delle colpe e delle irregolarità da punire.
In questo caso è gravissimo che una donna non abbia potuto avere accesso a delle cure e dei servizi medici, ma se la notizia mi arriva da fonte anonima che mi dice che in un posto anonimo delle persone anonime hanno fatto qualcosa non ha senso stare lì tutti quanti a parlarne e indignarsi.
Secondo me, e ripeto SECONDO ME, che sono spero liberissimo di proporre la mia opinione magari appunto meglio se in maniera più pacata di quanto non abbia fatto inizialmente, questa notizia può benissimo essere stata inventata al solo scopo di fare polemica e di discutere sul nulla come mi pare che stiamo proprio facendo adesso.
Simone
Ehm. Io non tacevo sulla parte pecoreccia, io tacevo sulla dichiarazione di futura obiezione.
Hai detto bene: in questa vicenda l’aborto non c’entra niente, perché solo su quello è possibile fare obiezione di coscienza, e non sulla quantità di peli che una decide di portare tra le gambe, e neppure sulla categoria di persone che devi o non devi visitare. E comunque non sono stato io a tirare fuori l’argomento per primo. Quanto ai nomi, il motivo per cui non sono stati fatti è quello che ho detto: stanno valutando l’opzione di denunciare i medici, e farli adesso potrebbe essere controproducente. Se la donna maltrattata decidesse di non sporgere denuncia, è probabile che questi nomi non li sapremo neppure mai.
Ma, essendo che la professione medica [e nella fattispecie ginecologica] non è obbligatria, a differenza della Naja quando sono apparsi i primi obiettori in Italia, non sarebbe più semplice che chi ha problemi di coscienza ad esercitarla si trovasse un altro lavoro?
Non credo che nessun TestionediGeova si sognerebbe di andare a lavorare in un laboratorio di prelievi o un nonviolento si troverebbe un posto da cecchino.
Mi sa che c’entra sempre quella cosa del complesso del Messiah.
Se ha il buongusto di tacere Micol mi permetto di non farlo io.
C’è una legge che impedisce la divulgazione di “specifiche” riguardanti interventi clinici (e il pap test lo è, come una visita medica qualunque). Il tutto condito, appunto, dal reato di diffamazione fino a cose legalmente risolte.
Sempre che si risolveranno: perché come almeno una volta nella vita una donna ha sperimentato, la visita ginecologica può trasformarsi da routine a incubo e stupro morale.
Ora, caro Simone, spero ci comunicherai dove e quando eserciterai. In modo da non affidarti neanche la prescrizione del tagliando delle gomme. Sei un essere abbietto, disgustoso e mi auguro con tutto il cuore tu abbia un futuro luminoso come informatore medico a contratto a termine di tre mesi in tre mesi. E che ti diano appuntamento in pieno orario di visite.
Rael, a mio parere Simone ha avuto un’uscita certamente infelice per la quale però si è presto scusato. Mi sembra che la cosa si potesse chiudere così. Definirlo abbietto e disgustoso mi sembra davvero fuori luogo.
Ma voi siete matti, ciao.
Simone