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la mia vita dissoluta e maledetta
Non chiedetemi come, ma il presentimento che qualcosa sarebbe andato storto, io ce l’avevo. Per questo, mi ero imposto di bere. Bevi e vedrai che la figura del coglione magari te la eviti.
Luisa era scomparsa dopo un veloce struscio pube contro pube -macheccazzofai? stronzo!- e questo succedeva poco prima che mi attaccassi all’ultima bottiglia di tequila. Se mandi giù il verme, secondo Kristian -e Kristian ne sa- la sventola ti sale prima ed io, per quella serata avevo bisogno di coraggio.
Luisa era troppo per me ed in condizioni normali non avrei mai avuto l’impertinenza di avvicinarmi ad una come lei. Conosco i miei limiti se non sono ubriaco.
Per cui avevo passato le prime due ore seduto al bancone a farmi di mezcal e bacherozzi. Quindi, al primo indizio di temerarietà –un irresistibile desiderio di ballare la Lambada- mi sono alzato e sono andato dritto incontro alla mia bella.
Tutto d’un fiato, avanti, non ci pensare, non guardarla in faccia che poi ti spaventi. I piedi, guardale i piedi.
–”Oh, ciao come va? E dimmi, ti ricordi di me?” si, col cazzo che si ricorda di te.
-“Si? Ma pensa te” si, va bè, si ricorda di te ma col cazzo che ti si fila una così.
-“Senti, posso offrirti una birra?”. E, all’improvviso, la luce: -“Si, volentieri”. Non. Posso. Credere. Che. Sia andato. Tutto. Così. Liscio.
Due minuti dopo lei mi si sta strusciando addosso. Addosso a me. Poi d’un tratto boh, m’è venuto in mente nonno Gigi. Quando si mangiava la cresta del gallo. Io dicevo nonno maccheschifo! e lui sorrideva: “chisto è lu mejo!”.
Che poi, se vogliamo, le creste saran mica tutta ‘sta bontà, ma io avevo appena finito d’ingollare degli anguilleschi lombrichi.
Ecco, m’è tornata su violenta quell’immagine lì. Che doveva esser sepolta nella sua scorza di polvere secondo me, e invece. Và a capire come funziona la testa.
Deve essere stato allora che qualcosa lì in basso ha smesso di rispondere all’imperativo categorico stasera si scopa, oh, non rompermi i coglioni con le tue fisime alcoliche da provinciale del cazzo.
E niente. M’è s’è stampata l’immagine di nonno Gigi che si ficca in bocca la testa dell’uccello domestico e mi son dimenticato dello scopo della serata.
Non che capissi molto in quello stato, fatto sta che Luisa stava spalmando le sue tette perfette e burrose sul mio flaccido ventre ed io mi sono spostato.
-“Spingi troppo”.
-“Come?”
-“Stringi troppo, così mi si comprime tutto. Scusa eh”.
Il fatto è che sentivo mille teste di gallo struscianti tentar la risalita, cazzo, mi son detto, adesso le vomito sulle tette e allora il mio di uccello domestico s’ è afflosciato.
L’ultima cosa che ricordo è Luisa che scompare agitando la coda di cavallo, inghiottita dalla notte come una cometa bionda
– machecazzofai? stronzo!- e puff. Svanita.
Appena in tempo. Che mi son girato e ho cacciato un mega rutto e poi si, anche tutte le verminose creaturine. Splat.
Tuttavia io l’alcool stiamo bene iniseme, così il mio corpo aveva rigettato solo gli animaletti: un premio per esser stronzo mi dico.
Dai forza che la notte non è ancora finita, c’è ancora tanto amore da dare. In quel momento allora tiro fuori la lingua:–”Oh si, ti amo. Ti amo anche io” e comincio a limonare con le piastrelle. Ci avevo il presentimento io.
19.11.2008 14 Commenti Feed Stampa
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CommentaMa lei, che è signorina, come fa ad immedesimarsi così bene nei maschietti? Me lo sono sempre chiesto. Coraggio, ce lo dica: è un uomo? Si fa la barba?
Devo dire che si immedesima anche bene coi corsivi.
sauro: è che ci ho l’anima sensibile. vi leggo dentro.
senta grandinetti, invece di sfottere, mi spieghi: ma perchè l’è tutt corsiv? che è successo? che avete fatto al mio post?
E’ lui che fa casino! E’ uno smanettone!
cioè lui smanetta, mi compromette il post e mi percula pure?
che si sappia: il prossimo post lo scriverò tutto maiuscolo.
Ludovica, sei tu ad averlo postato tutto corsivo. E avevi anche dimenticato di chiudere il corsivo prima del ‘more’. In pratica avevi reso corsivo mezzo blog (seria nota di biasimo). Va be’, se il corsivo non era voluto ora sistemo.
chiudere il corsivo prima del more eh?
non lasciatemi mai più queste libertà.
non userò mai più il corsivo, giuro.
Il genere umano non è ancora pronto per la libertà
“m’è venuto in mente nonno Gigi. Quando si mangiava la cresta del gallo. Io dicevo nonno maccheschifo! e lui sorrideva: “chisto è lu mejo!”.”
“Il boccone del prete” si chiamava. Veniva dall’arrosto o dal lesso foriero di brodo per i cappelletti. Testa e collo erano di nonno, non c’erano santi. Li rosicchiava avidamente con quei quattro denti rimastigli e io lo guardavo, guardavo e sorridevo pensando che in fondo se li fosse meritati. Non si può dire di molti.
Adieu.
“Il genere umano non è ancora pronto per la libertà”
Sauro, io nei locali sento degli adulti ordinare cose come “frozen daiquiri alla fragola” e “rhum e pera”.
Non sono pronti per i cocktail, figurati per la libertà.
caro Pettinelli, ma non ti imbarazza l’idea di esserti arrogato il diritto di giudicare se tuo nonno si sia ‘meritato’ o no qualcosa? non ti sei sentito un tantino ridicolo, ragazzino che giudica un uomo (vero, da quello che scrivi), per di più col sorriso benevolo?
Mi sono espresso male: con “il genere umano non è pronto per la libertà”, intendevo dire “togliete immediatamente le password del sito a tutte le femmine che stanno in Grecia”. A proposito di cocktails, sulla caipirinha come ti poni?
“sulla caipirinha come ti poni?”
La mia misoginia mi impedisce di prenderla sul serio.