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pentalogia peniena
l’uomo dal pene di cera
non poteva far l’amore
che gli si sarebbe sciolto
per la frizione ed il calore
lei disse, famolo nella cella
frigorifera, disse lui?
frigorifera, disse lei
li trovarono attaccati
gnudi
defunti, assiderati
tra quarti di bue
e quaglie intere
sorridenti belli contenti
di ghiaccio statue amorose
un po’ nevose
sembranti.
l’uomo dal pene di tonno
gli fu mangiato a notte fonda
dal gatto obeso che si teneva in casa
doveva prevederlo
e non lo fece
rimase senza pene
vendette il gatto a un circo
poi cadde in depressione
e si tagliò le vene.
l’uomo dal pene di pene
niente
aveva un pene di pene
dunque
va bene.
l’uomo dal pene di dio
per un caso che ancora oggi
gli scienziati e i teologi
e gli ufologi
e gli andrologi
stan studiando
aveva il pene di dio
no “da dio”
di dio
cioè quello di dio in persona
lui diceva, non è colpa mia!
loro dicevano, glie l’hai rubato glie l’hai rubato, maledetto!
lui, no no no no, mi è capitato!
devi restituirlo devi restituirlo!
no dai no dai ho solo questo!
devi devi!
no ti prego no!
lo catturarono
gli tolsero il pene
e gliene misero uno finto di ossidiana
cosa ne fecero del pene di dio
nessuno sa.
l’uomo dal pene di vento
quando faceva all’amore con la sua ragazza
la sua ragazza godeva a dismisura
diceva sempre, è un’esperienza meravigliosa, ho goduto a dismisura!
un giorno l’uomo si eccitò troppo
e il vento diventò tempesta
e la ragazza venne volata via oltre il soffitto
oltre le nuvole
la videro volar sulla città
nel cielo
tutta gnuda
urlante
un uragano tra le gambe
poi scomparire
oltre
godente.
7.02.2008 8 Commenti Feed Stampa
8 Commenti
CommentaGustosissime. Ho apprezzato molto.
Mi permetto di aggiungere:
l’uomo dal pene di un altro
non sapeva come
o perché
ma non era suo
piazzò telecamere in strada
per vedere se qualcuno godeva
mentre si dava da fare,
se tra i passanti, per caso,
vi fosse il padrone
un giorno per strada
ravanando quel pacco non suo
incrociò uno sguardo furbetto
di sgorbio, creatura sgraziata,
orecchiò un “grazie” passandogli accanto
finché di lui non rimase che un sorriso
distante
ottimo, luca
è diventata un’esalogia
Una delle tue opere migliori, senza dubbio
Giovanotto,
lei è il denio erede del grande Federico Garcia Çorca!
(http://edizionistacchia.splinder.com/tag/corca)
Cordialmente,
Cav. Marcello Stacchia
caro giovanotto,
mentre con Luciano facevamo zapping (come dite voi giovini) fra TeleCataniaInternational e TeleMisterbianco Libera (e bella), ci è sovvenuto un ulteriore componimento dal titolo
L’uomo dal pene di Vento
Flavia,
e mò hai rotto er c***o!
Cordialmente,
cav. Stacchia
egregio cav.
la sua brillantezza cerebrale
mi lascia basito
lei mi basisce
lei è un cordiale basitore
passavo da queste parti e non ho resistito al desiderio…
l’uomo dal pene impunito
batteva la testa
dall’alba al tramonto
cercando di dare ad altri conforto
portando la festa
lui perse il suo conto
poi perse anche l’anima trovandosi morto
nessuno ricorda ormai le sue gesta
nessuno ha goduto di più di quel tonto
ma questo silenzio per lui è il peggior torto
… chiedo venia
olè
l’eptalogia è fatta