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Ma che libro leggi tu? Il suo (quello di Babsi Jones).
L’ultimo libro di Babsi Jones è una cosa incredibile. Quasi non riesco a trovare le parole. Eppure ieri ce le avevo, maremma putrida. Era da tempo che non mi capitava un libro che ti lascia così confuso, devastato. In lacrime, come quando si perse lo scudetto con la Lazio all’ultima giornata o mi schiacciarono il cane sulla Tosco-Romagnola.
L’ultima opera di Babsi Jones mi ha lasciato un vuoto dentro, che le sinapsi e i paradigmi del flusso di coscienza post-lettura non riescono a colmare. Davvero non so come esprimere quello che mi è rimasto dentro. Potrei anche stare zitto, in effetti. BabsiJonesBabsiJonesBabsiJones.
Il nuovo libro di Babsi Jones è una cosa che ti colpisce allo stomaco. Cioè, te vai in libreria, lo prendi in mano per guardare quanto costa e lui pem!, un cazzottone nei reni. Poi arrivi alla cassa, tiri fuori la tessera di Feltrinelli per avere lo sconto, e il libro pum!, ginocchiata nei coglioni. Poi vai a casa, ti siedi sul divano per leggere la quarta di copertina e pem!, colpo col taglio della mano sulle gengive, alla Walker Texas Ranger.
E’ qualcosa che rischia di scoppiarti in mano, l’ultimo libro di Babsi Jones. Roba forte, scritta in lettere rosse di sangue, nere di tenebra, gialle di sinapsi (le sinapsi sono gialle, è roba elettrica, tipo i fulmini), verdolino di paradigma. nesBabsiJonesBabsiJonesBabsiJo. Il libro di Babsi Jones è qualcosa che mancava alla letteratura del III millennio. Lo so perché me l’ha detto lei, proprio l’altro giorno. Ero in fila dal tabacchino, dovevo pagare il bollo, e mentre ero lì è arrivata la letteratura del III millennio. Per poco non la riconoscevo, tutta mogia mogia.
“Toh, guarda chi c’è”, le dico. “La letteratura del III millenio. Allora? Come va?”
La letteratura del III millennio mi ha guardato con uno sguardo che mi ha trafitto l’anima, devastandomela, e mi ha detto: “Di merda”.
Maremma cane.
“Che ti è successo?” le ho chiesto.
“Mi manca l’ultimo libro di Babsi Jones”, mi ha risposto.
“Capisco”, le ho detto.
“A me mi mancano 355 euri: m’è aumentato il bollo perchè c’ho la Opel Astra che è un euro 2, vaffanculo all’ecologia”.
Siamo andati via devastati dentro, con tutte le sinapsi dei paradigmi che sembravano violentarci l’anima.
Nell’ultimo libro di Babsi Jones il linguaggio si fa sostanza, diventa carne, sinapsi, paradigma. Un’opera nella quale il significante si muta nel significato (o forse era il contrario, adesso mi sfugge), soprattutto quando le sinapsi si attivano non per paradigmi, ma bensì per paradossi, parapendii, paracaduti, paraponzi, paralipomeni della batracomiomachia; ed è in questi momenti che il tarlo ti penetra, che ti entra dentro, e il dubbio ti afferra: “Ma l’avrò chiuso, il garage? Non vorrei mi scappasse la gatta, bisogna che la faccia castrare”.
L’ultimo libro di Babsi Jones, devo dire la verità, io non l’ho letto. Però mi ha dato un po’ quest’impressione qui, sinapsicamente parlando (per paradigmi).
18.10.2007 210 Commenti Feed Stampa
210 Commenti
CommentaAlla letteratura del III millennio mancavano anche recensioni come questa!
La presenza di Ariete nella cuspide di Leone rigenerato da Sauron, dio degli inferi della costellazione di Sandron, dice che Babsi Gionz diventerà la nuova Oriana Lessing. O forse era Doris Fallaci. Le stelle oggi sono confuse. Si ritirano per deliberare. L’udienza è tolta.
Ma qualcuno l’ha visto il video [ http://slmpds.net/slmpds.htm ]di promozione? non fossero bastati sbancor e il giùgenna a far passare la voglia di buttar via soldi…
E’ edito dalla Stacchia?
ah, io il libro non lo compro.
a me l’inchiostro rosso-sangue mi fa venir male agli occhi!
(comunque questo sbancor è molto maleducato. capisco la critica dura, ma dire addirittura che il libro gli fa venire in mente la nausea…)
Dunque, le sinapsi mi ricordano più Doris Lessing, mentre i paradigmi mi fanno pensare alla Fallaci. Sono un po’ indeciso, e con l’anima devastata.
Caro Sauro, un dubbio: ma questa Babsi Jones lo fa esplodere il linguaggio? Lo moltiplica? Lo decostruisce e ricostruisce? No, perché su IBS ho letto così ed ero curioso.
Soprattutto, dopo che il linguaggio esplode, le schegge che fanno? Rimbalzano impazzite? Feriscono i civili?
Devastano l’anima. Certo che anche lei, Prof. Mascarponi, a leggere i commenti su ibs… non potrebbe guardare i film porno, come tutti gli altri?
Giovanotto Mascarpone,
rispondo alla sua domanda: no, questo libercolo non è edito dalla nostra casa bella.
Conoscevo un certo Jones… Indiana mi pare si chiamasse… ma questo signor Babsi non l’ho proprio mai sentito.
Comunque non creda che al primo fesso che passi davanti a Palazzo Stacchia gli si pubblichi un libro: la selezione è ferrea al limite dell’impossibile.
Cordialmente,
Cav. Marcello Stacchia
Eggià, Cavaliere, passare indenni dalle grinfie dello Steregoni non deve essere un giuoco da ragazzi.
Suo
Edo
Giovanotto,
può dirlo forte.
Non immagina neanche quanto…
cordialità,
Cav. Marcello Stacchia
E’ la moglie, cavaliere. Babsi è la moglie di Indiana.
Scusi, professore, IndianA è nome femminile e Babsi è nome maschille, no?
Quando ha ragione, ha ragione. Indiana sarà la moglie. Ma Babsi mi risulta maschile plurale. Saranno due fratelli.
E’ genitivo, professore. Genitivo. Babsus, Babsi
però ora io mi chiedo… ma la jugoguerra è ai frutti di bosco o pesca e ananas?
E’ col bifidus attivo, mi sa
Betta, mi sa che è integrale. E’ meglio anche per le torte.
Scusa Sauro, ma questo pezzo e di una volgarità inaudita.
Al solito, si fa “satira” a vuoto, senza aver letto il libro di cui si parla, semplicemente prendendo di mira il bersaglio più facile.
Non conterà nulla, ma dopo la lettura del post ho tolto questo sito dal mio blogroll. Il che sarà sicuramente festeggiato come un fatto positivo, me ne rendo conto. State bene.
Il pezzo di Sauro non è “satira a vuoto” perché non è satira sul libro, che Sauro non ha letto. Questo sembrava chiaro, ma forse non lo era abbastanza. Ciò che viene preso di mira è il can can che è stato creato attorno al libro, e più che satira forse sarebbe meglio definirlo una parodia.
Non è chiaro infine perché dovremmo festeggiare la cancellazione da un blogroll.
sono sinceramente allibita.
Quello che ha fatto sauro è chiaramente una parodia (riuscitissima secondo me) di certo modo di fare critica letteraria.
Che il bersaglio non sia il libro ma chi l’ha recensito mi sembra lampantissimo.
Gli “attacchi” erano tutti rivolti al modo di scrivere, obiettivamente ridicolo, del recensore, citato anche in un link.
Mi meraviglio che persone intelligenti e acute non se ne siano rese conto.
Perchè l’autore del commento precedente è Cabaret Bisanzio? Non credo che tutti i venti cabarettisti concordino su quello che Sauro voleva o avrebbe voluto dire col suo post di ieri. Mi dissocio. Ognuno è libero di scrivere cio’ che vuole, Sauro come Tizio e Sempronio; e conseguentemente Sauro come Tizio e Sempronio deve rispondere singolarmente di quello che scrive ed ha scritto.
Wilmer, non è necessario dissociarsi da un post che non hai scritto tu. Sauro ha assoluta libertà di scrittura, come tutti qui dentro e dunque è ovvio che altri possano non condividere. Cabaret Bisanzio risponde a critiche fatte al “sito” in generale e chiarisce lo spirito del post.
Volevo solo mettere in chiaro alcuni punti, perchè – anche il post di Sauro lo dimostra – spesso e volentieri si capisce fischi per fiaschi.
Uhm… non ho ben compreso chi avrebbe capito “fischi” e chi “fiaschi”. Quanto alla specifica materia del contendere, non credo sia necessario mettersi a spiegare ciò che dovrebbe risultare ovvio.
applausi per fibra fibra fibra fibra…
bravo cmq sauro, non e’ sempre lo sport a vincere
Eh, Kilos, in questi tempi di doping imperante… :-)
Comunque il web salottino letterario delle buone maniere non conosce proprio il dono dell’ironia, e i padroni – o le padrone – di casa, mettono subito alla porta l’ospite al quale dopo il tè scappa un ruttino.
Era ora che un sito di satira facesse incazzare qualcuno.
Intervengo per l’ultima volta e tolgo il disturbo.
Bene, bravo sito di satira: noto con gioia che i tuoi bersagli sono scelti accortamente. Non, per esempio, il disegno di legge governativo che da oggi rischia di azzerare la possibilità stessa di scrivere su Internet come si è fatto fino a questo momento.
Bensì una scrittrice che, come non accorgersene?, è ovunque: tutti i giornali e i telegiornali e i programmi televisivi stanno parlando di lei, in questo momento. Questo è quello che si evince leggendo questo post e molte delle reazioni.
Il libro di Babsi avrà avuto, sì e no, quattro recensioni su carta stampata. L’autrice ha interrotto la pubblicazione del suo blog. Non è ospite di nessun programma. Di quale “doping” va cianciando Sauro Sandroni? E se ad essere messa in “satira” è la recensione di Sbancor, peggio mi sento: fino a questo momento avevo letto soltanto gli articoli di un solo giornale che criticava i recensori, sbeffeggiando così contemporaneamente anche gli autori e vantandosi di non aver letto il testo in questione, tanto per non entrare davvero nell’argomento. Per la cronaca, il giornale in questione appartiene a Marcello Dell’Utri: mi sembra che la metodologia qui usata sia molto simile.
Infine. Il salottino del web letterari è soltanto nella testa di quelli che masticano stereotipi vecchi e insulsi : e che pensano, suppongo, sulla base dello stesso luogo comune che fa tanto figo, che in quel “salottino” si decida la sorte dell’editoria. Ridicolo, oltreche falso.
Nei fatti, ribadisco quel che ho detto: scegliete i vostri bersagli fra i più deboli. Il tiro al piccione fatto su Babsi (perchè è una donna? perchè viene realmente ferita dalle parole altrui? Sentiamo) è, non da oggi, uno sport diffuso sul web.
Per me questo è vergognoso.
Questa non è satira.
E’ vigliaccheria.
Statemi bene.
signora Lipperini, mi lascia devvero senza parole.
L’obiettivo della satira non è affatto Babsi Jones, ma chi ha scritto quella recensione, pretenziosa nei toni e ridicola nelle parole usate.
E’ possibile sottolineare questi difetti in o, visto che il libro recensito è scritto da una donna, ogni tipo di critica nei confronti di chi ne parla è da considerarsi vergognosa e vigliacca?
Ogni recensione deve essere considerata ben scritta a prescindere?
Ma è davvero questo che vuole?
Io non ci credo, non ci posso credere…
mamma mia che livore. ma a me non sembrava cosi’ offensivo il post di sauro. il mondo e’ bello (o brutto perche’ e’ vario). la signora chiede perche’ non parlare della nuova proposta di legge? perche’ invece uno non puo’ decidere di parlare proprio di babsi?
un libro puo’ piacere o non piacere cosi’ come una legge, e democrazia e’ poterne parlare, anche in termini satirici e poco conta che babsi sia donna uomo o altro.
io non sto a discutere sui contenuti del libro, che non mi interessa proprio: puo’ essere bello o brutto, ma francamente non mi cambia la vita, ma sul fatto che ci si debba scandalizzare e pure tacciare di razzismo, chi si permette di scriverne.
ma in fondo, in fondo in fondo, a me, che me ne frega?
Del disegno di legge, Cabaret Bisanzio parlerà domani.
Ok, mi autosmentisco e reintervengo.
Primo: certo che siamo in democrazia. Ed io ritengo democratico, allora, venire qui ad esprimere la mia opinione. Quanto al blogroll: è consuetudine, in rete, inserire fra i propri link i blog e i siti che si sentono affini. Non sento affinità alcuna fra questo modo di concepire la satira e il mio: quindi, esercitando quello che ritengo un mio diritto, ho tolto questo sito dai miei link.
Elisabetta: io non voglio proprio nulla. Cerchiamo di capirci: se si sbeffeggia un recensore, dichiarando di non aver letto il libro (ma non essendo affatto teneri nei confronti del libro medesimo: non prendiamoci per il culo, per cortesia), lo si fa solo per stigmatizzare il modo di scrivere del critico o non, anche, per colpire la scrittrice?
Se l’autore del post avesse letto il romanzo e scritto una stroncatura, anche feroce, non ci sarebbe stato nulla da eccepire: è esattamente nel modo obliquo in cui ha agito che io vedo vigliaccheria.
Ps. Non è obbligatorio parlare del decreto legge, per carità. L’ho semplicemente citato come esempio di bersaglio forte contrapposto ad uno debole. Era per dire che non basta prendersela con qualcuno per sentirsi bravi, furbi, spiritosi, intelligenti. Bisogna anche scegliersi l’antagonista, e avere il coraggio di sceglierselo forte. Altrimenti, a mio modestissimo avviso, il valore di queste “coraggiose” sortite non è dissimile alle risate finte dei filmati di Paperissima, quelli con i bambini che picchiano la testa sul seggiolone, per intenderci.
Non posso ovviamente parlare per Sauro, posso parlare di quello che ho percepito io leggendo il suo pezzo.
Io ci ho visto una critica al modo di scrivere di chi ha fatto la recensione al libro.
Ho seguito il link in fondo al pezzo ed ho trovato che la recensione fosse talmente brutta da meritare una parodia.
Ho trovato anche la parodia ben riuscita.
Tutto qui.
Nessuna offesa all’autrice, casomai al modo di incensarla che ha usato il recensore.
Davvero nulla di male, mi pare.
Detto questo, lei è ovviamente liberissima di assegnare i suoi link a chi sente più vicino.
Sempre a titolo personale, le dico che a me spiace averla “persa”, visto la stima che comunque continuo a nutrire nei suoi confronti.
1. Ognuno gestisce il proprio blogroll come meglio crede, è naturale. E infatti nessuno contestava questo. Ma dire che qui “sicuramente” si festeggia la rimozione dal suo blogroll non ha senso.
2. Che esistesse un tiro a Babsi sul web, io lo sto scoprendo adesso e, sono certo, anche Sauro. Forse leggiamo poco in giro, sarà colpa nostra, ma certo CB non voleva inseguire una moda. Né voleva colpire un bersaglio debole, è chiaro. Abbiamo fatto satira su bersagli di ogni tipo, inclusi scrittori fortissimi come Camilleri, Faletti e Moccia.
3. Il confronto con il decreto legge è ovviamente fuorviante e serve solo a rammentarci come scegliamo male gli argomenti. In realtà non c’entra nulla, e gli argomenti continueremo a sceglierli come meglio crediamo. E ovviamente scrivere nei commenti “avreste dovuto parlare di” non è un commento al post.
4. Il fatto poi che Babsi sia donna non ha nulla a che vedere con la natura di questo post. Che poi sia “realmente ferita dalle parole altrui” come avremmo potuto saperlo? (Oltre al fatto che non mi sembra si possa essere feriti da un post così).
5. Infine, fare il nome di Dell’Utri, condannato per mafia, e paragonarci a lui è molto offensivo (oltre che, naturalmente, del tutto strumentale). D’altra parte chi ritiene che non si possa fare la parodia delle recensioni mi sembra più in linea con il disegno di legge di cui sopra che con il web libero come piace a noi.
Salve Loredana, solo poche parole per dirti ciò che penso di questa polemica. Non ho letto Babsi Jones, ma è innegabile che stia godendo di una visibilità molto maggiore di quella riservata ad altri esordienti. I motivi immagino siano due:
1) Che il suo libro probabilmente è un buon libro;
2) Che le relazioni intessute (come fanno tutti: come faccio io, come fa chiunque voglia pubblicare) in questi anni abbiano facilitato la sua visibilità, perlomeno in Internet, perlomeno in certi ambienti.
In libreria vedo pile dei suoi libri: evidentemente è un esordio (fortunatamente per lei) ben lanciato, fuori dalla media. E buon per lei, ripeto: da quel poco che ho capito leggendo la sua biografia e la sua esperienza, mi sembra che se lo meriti.
La cosa che non capisco è perchè non si possa ridere (comunque) sopra il suo libro. Personalmente avrei affrontato il pezzo di satira giocando su aspetti diversi – per esempio sulla temibile seriosità che emanano libro e sito – ma questo è un altro discorso. Sono però dell’idea che bacchettare (e togliere il cyber-saluto) per un pezzo di satira magari tarato male non sia la reazione giusta. La satira, anche quando è cattiva satira, ce la si tiene e basta.
Tra le accuse che mi rivolgi, Lipperini, ti sei dimenticata quella di satanismo. Hai messo il maschilismo e il fascismo, ma non il satanismo. E’ una cosa su cui hai sorvolato O forse è mancata qualche bestemmia da parte mia? Se è così, mi scuso fin da ora e dichiaro di essere pronto a rimediare (e grazie per non aver fatto accenno alla pedofilia).
Io il libro di Babsi Jones non l’ho letto, lo ribadisco. Non è a lei che è rivolto il mio post, ammesso che sia rivolto a qualcuno in particolare. La conosco poco come blogger e per niente come scrittrice (figuriamoci poi come essere umano). Per me può aver scritto il libro più bello del mondo o il più brutto: lo ignoro. A me fa solo pensare un certo modo di fare recensioni, i termini usati,
e un certo modo di farle circolare in rete (che pare sia piccolissima, a giudicare dai nomi che vi si incontrano di continuo). Credo comunque che Sbancor abbia le spalle sufficientemente larghe per fronteggiare il vile agguato squadrista (una squadra formata da me, da Sauro e da Sandroni, tre brutti ceffi) che gli ho vigliaccamente teso, nascondendomi dietro al mio nome e cognome. E del resto io, che nella blogosfera sono conosciutissimo, quotatissimo e onnipresente, me la devo prendere con sitarelli piccoli e senza personalità come Carmilla, che non ha certo la possibilità di difendersi dai miei soverchianti e subdoli attacchi; mica posso farlo con gente più forte, culturalmente, dialetticamente e numericamente attrezzata di me,no? Sennò che vigliacco sarei? Capirai quindi che quelli di Carmilla siano il mio naturale bersaglio.
Mi tocca ribadirlo ancora: non ho letto il libro di Babsi Jones. Non è lei il mio bersaglio (?), nè il suo libro. Ho spiegato quello che mi ha ispirato nello scrivere il post (e non c’è niente di più penoso che dover spiegare le cose che si intendono ironiche). Se non l’hai capito, se il tuo senso dell’umorismo non collima col mio, beh, pazienza. Potrei invitarti a prendere le cose come quella che ho scritto con un po’ più di leggerezza e con la guardia leggermente più bassa, ma non vorrei essere accusato di maschilismo o altro, e preferisco evitare. Casomai un favore potresti farmelo tu: puoi darmi gentilmente una lista di bersagli da colpire che siano sufficientemente forti per reggere la mia forza d’urto? Che ne so, visto che sui critici di Carmilla (o sui critici internettiani in generale?) non si può scherzare, forse potrei prendermela col blog di qualche quattordicenne (maschio) che parla
in termini entusiastici dei Tokio Hotel (a me i Tokio Hotel stanno sui coglioni, e loro li ho pure sentiti, purtroppo)? O con il blog di qualche ultrà del Milan (maschio anche lui, per carità)? Questa gente secondo te è sufficientemente forte per resistermi? Chiudo ribadendo una cosa (non si sa mai): non ho letto il libro di Babsi Jones. Di Babsi Jones ho letto qualche volta il suo blog, aprrezzandolo pure. Lei non è il mio bersaglio, non ci penso neppure. Il fatto che le parole la feriscano mi dispiace, e spero che non si sia sentita ferita per le mie, perchè non era a lei che erano rivolte. Anche a me le parole feriscono (nghè!): non è piacevole sentirsi dare del vigliacco, del fascista e del maschilista solo per aver osato scherzare su gente evidentemente intoccabile (oltre che maschia). Non su Babsi, della quale non ho mai letto il libro e che non conosco, forse è meglio ribadirlo.
Qui, Lipperini, l’unica cosa fascista che c’è, è la pretesa di poter dire quello su cui si può fare “satira” (le virgolette ce le metto io, così ti risparmio la fatica) e quello su cui invece è vietato. E meno male che non digiti dalla Bulgaria, sennò è capace che mi buttavano fuori da Cabaret Bisanzio e mi toccava stare anni a fare i tour nei teatri.
La signora Lipperini è liberissima – ci mancherebbe – di togliere dal suo blog roll il link a Cabaret Bisanzio e di tenere quello a Babsi Jones. Non ne gioisco, non me ne dispiaccio.
Sul fatto che i critici non si possano criticare, e i recensori godano dell’immunità, ho qualche riserva.
E se voglio scrivere un pezzo contro Pacchiano, D’Orrico, Giovanardi o i loro corrispettivi avatar sul web non è che devo sentirmi Dell’Utri.
Per il resto, Sauro ha “sbagliato”. Non si poteva parodiare quel pezzo perché era già parodia. E la parodia di una parodia, annulla l’effetto e ristabilisce subito la serietà.
Sauro ho scritto che il tuo post è volgare perché dicendo di fare satira sul circo in realtà butti merda sulla scrittrice. Preciso subito una cosa: non conosco la Jones, non ho letto il suo libro, non so nemmeno di cosa parli, e non ho mai (tranne quale veloce scorsa) letto il suo blog. Il punto non è, secondo me, se fa ridere o no il tuo articolo. Il punto è un altro. Il punto è che mi fa l’effetto dei commenti malevoli su IBS, lascia un brutto sapore in bocca. Ti faccio un esempio: si può dire che su Saviano il “circo” abbia lavorato molto. Si può dire che Gomorra abbia ricevuto certe attenzioni mediatiche un po’ ridicole. Si può dire che Gomorra sia stato trasformato spesso in un oggetto feticistico e altre, tante altre cose ancora. Si può dire quello che si vuole, ma se non si dice che il suo libro è un bel libro si svirgola di parecchio. Se si scrive un pezzo solo sulla Gomorra mediatica che si è scatenata al lettore resta un’impressione negativa anche del libro. Io ho visto alcuni difetti in Gomorra, ma se focalizzo la mia attenzione sui difetti, trascurando quanto di buono ci trovo (dato che gli aspetti positivi mi sembrano di gran lunga maggioritari rispetto a quelli negativi) faccio un’operazione scorretta. Insomma, Sauro, parlando del libro della Jones per come hai fatto, cadi anche tu nella trappola che vorresti denunciare (ammesso che esista). Hai fatto la stessa cosa che avrebbero fatto secondo te i pubblicitari della Jones ma con una polarità opposta. Hai ridicolizzato l’autrice (ti ripeto, non la conosco, non so dirti se il suo sia o no un buon libro) senza averla letta. Dichiari alla fine che il tuo è un intervento sarcastico su certa critica. Ma massacri la Jones, la travolgi. Il lettore capisce e non capisce. Vede solo un libro e la sua autrice sputtanata. E con battute da avanspettacolo. Questa è la mia impressione.
Le battute da avanspettacolo hanno una certa dignità, al contrario di certi atteggiamenti da lesa maestà che intendo io (e non mi riferisco nè a te, Nicolò, nè tantomeno a Babsi Jones; il cerchio si restringe). Che il mio obiettivo (?) non fosse BJ si evinceva chiaramente dall frase con cui concludo (se la gente non legge fino alla fine non posso farci nulla, se non forse mettere una bella donna nuda in fondo al post) e dal link al quale rimandavo (che è sempre alla fine; la prossima volta lo metto nel titolo). Sapete cosa faccio? Adesso mi leggo il libro di Babsi e spero che non mi piaccia, così ci faccio una bella stroncatura particolareggiata e chiudiamo la querelle, ammesso che si scriva così, querelle.
P.S.
ah, a scanso di equivoci: non ho letto neppure Gomorra, e forse è meglio che non mi legga neppure le recensioni che si trovano in rete. Non vorrei prendermi del fascista, nichilista, disfattista e tutta un’altra serie di cose che finiscono in -ista, non ultimo milanista o neocentrista.
caro giovanotto Sandroni,
e ora basta! ha ragione il sig. Lipperini! lei è solo un mascalzone, si vergonii!! ma si tratta così la moglie di un grande personaggio del cinema… e solo perché la Stacchia non ha pubblicato il suo romanzo non è che ora tutti devono sparargli addosso.
per dirle quanto ha ragione, pensi, sig. Lipperini, che una volta eravamo io, Lucio Dalla, Giuseppe Ungaretti, Luciano Steregoni e Nino Bixio a passeggio per Recanati: ad un certo punto arriva Giacomo Leopardi e mi fa “Cavaliere senta qua, ho composto un verso bellissimo: M’illumino d’immenso. Le piace?”. Al che Giuseppe afferra il bicchiere di assenzio che si stava bevendo e glielo scaglia in faccia gridando “Farabutto, quel verso è mio!”. Ne è seguito un parapiglia che non le dico. Insomma, per farla breve, quando mesi dopo quel Leopardi si è presentato a me per pubblicare una sua cosetta, L’infinito mi pare si chiamasse, l’ho messo alla porta senza esitazioni! Chissà a chi l’aveva copiata, quello.
Quindi, bravo il sig. Lipperini, conduca la sua battaglia per la letteratura bella, come facciamo anche noi alla Stacchia: e soprattutto censuri persone come il sig. Sauro, che con quel modo di parlare che ha “certa sinistra”, dice e non dice, lascia intendere, li conosciamo noi questi comunisti! solo tante leniate su quella groppa si meritano! vergonia!
L’unico cosa su cui dissento, caro sig. Lipperini, è la difesa della donna: e insomma, non ci ricordiamo le nostre mamme chine sull’asse da stiro, preda della pulsioni estemporanee dei nostri padri, quanta serenità ci hanno dato? che la femmina stia al suo posto, che tanto è ben delimitato dalla camera da letto, cucina e bagno: al resto ci pensiamo noi.
suo
cav. Stacchia
A me, potenziale acquirente del libro, mi pare molto più un massacro la copertina, la recensione di Sbancor, il video in cui viene scritto “io” con il sangue. Sono queste le cose che mi respingono, non certo questo post su una recensione assurda. Poi siccome non mi fido della pubblicità, delle copertine, dei titoli, dei siti che spiegano e di alcuni recensori, quando ne avrò l’occasione, di sicuro gli darò un’occhiata.
domenica esce una mia recensione di babsi jones su “liberazione”. nel suo libro c’è sicuramente una mancanza di ironia, un tentativo di trovare la tragicità che davvero è facile mettere in parodia, farle il verso. uno potrebbe pensare ecco una tremendona sfatta che si cerchia gli occhi con l’uniposca nero. e che sandroni lo faccia, via, può andare anche bene. il punto è che quello di babsi jones per tantialtri versi è veramente un libro importante. e la seconda parte è bellissima. ora, cosa farne di questa cosa?
il pericolo non è tanto secondo me la mancanza di rispetto, la chiacchiera livida o cazzeggiona che mette in ridicolo le varie forme di criticume – in “cos’è questo fracasso” scarpa faceva un pezzo meravigliosa sui tic dei critici – quanto quello di relativizzare gli sforzi veramente minimali che si vedono in italia per riuscire a creare un tessuto di relazioni, di dibattito sulla narrativa.
non è facile mettere in parodia scurati, e i suoi strali sul romanzo?
e genna con le sue visioni psicofoniche?
e la lipperini con i suoi fanatismi da adolescente al cubo?
e nel mio orticellino-ino, me – raimo mascarpone – con le mie sorelle tanatofile?
il punto, secondo me, è che la critica goliardica rischia appunto di non cogliere il bersaglio.
in “adenoidi” di luttazzi ci sono due grandiosi esempi di critica culturali. una disamina di “va’ dove ti porta il cuore” intitolata “Reparto infatuazione delle proprie parole” in cui luttazzi semplicemente annota le volte in cui ricorre nel romanzo della tamaro l’espressione “all’improvviso”: tutto accade all’improvviso, la gente sbadiglia all’improvviso.
e una ridescrizione cavillosa di una puntata del maurizio costanzo show. rispetto a oggetti pop, luttazzi, che un comico intelligentissimo e un critico letterario fenomenale secondo me, sceglie di non scoccare il tiro più facile. come per dire bebo storti con thomas prostata. ma fa un’operazione ulteriore, cerca di trovare un livello linguistico che riveli altro. e lo fa con una serietà a lui totalmente desueta, non cerca l’ammicco ma è didascalico, rompe le palle con pedanteria.
detto questo, io non sono per esempio una persona molto sensibile. non mi offendo quasi. ma quando uscì il mio libro di racconti, “latte”, giuseppe genna nel suo sito di allora, i miserabili, lo etichettò come “una sordida accozzaglia di stronzate in libertà”. la presi male. da allora su di me ha cambiato molto idea, e siamo forse addirittura amici se non ci stimiamo comunque molto. ma presa così – nel vuoto di un giudizio di qualcuno che non conosci – per un’esordiente come babsi jones, che ok non è franca valeri, una critica anche fatta con goliardica benevolenza secondo me può far male. delude. uno ci mette otto anni per scrivere un libro e si sente liquidato a cazzo. e sandroni, purtroppo per i suo intenti, sembra più vicino a massimiliano parente che a qualcuno che dialoghi con chi fa il suo mestiere in modo enfaticamente onesto.
o magari lei ha più ironia di me e questa difesa d’ufficio, questo discorso teorico, le sembra un delirio.
No no, che delirio e delirio, le tue parole pacate mi sembrano apprezzabili. Più che altro io non so chi sia il Massimiliano Parente al quale mi paragoni, ecco. E’ grave? E comunque (spiace doverlo ripetere), l’unico che in teoria potrebbe risentirsi per qualcosa è Sbancor, non Babsi. Tra l’altro, con quel nome da cattivo dei fumetti Marvel, me lo vedo pure che mi entra in casa volando, dalla finestra, e mi incenerisce con i raggi gamma…
Va detto che tu che ti firmi Mascarpone sei un grande :)
Questo di Cristhian Raimo – Mascarponi – Raimo è un bell’intervento (non c’è nessun sarcasmo). Perché non è pesante ma pesato. Perché è pacato e non risentito. Spiega semplicemente quello che pensa. E questo è quello che penso io.
Che in parte ha ragione Raimo, se uno ci mette dieci anni a scrivere un libro e lo vede liquidato con un giudizio sprezzante, ci può restare male. In parte. Infatti “ci può”, non “ci deve” restar male. Perché se si vuole giocare a questo giochino di società, bisogna accettarne le regole, anche quelle scritte piccole sul retro della scatola.
Non ci sono solo le tartine con gli scrittori, le presentazioni di libri con gli amici, le tirature, gli elogi e i plausi. C’è anche il tiro al piccione, le critiche e le stroncature. Che possono essere benevole, malevole, civili, incivili, gratuite o giustificate.
Se Scurati non si sente ridicolo a posare su Vanity Fair ci si deve sentire forse il povero Sandroni per un innocua presa in giro di una presa in giro?
Ma lo sa la gente comune quando apre le belle pagine fruscianti degli inserti culturali che i critici e gli scrittori son tutti amici, che si mandano gli sms e spesso cenano con le gambe sotto allo stesso tavolo? Lo sanno che i recensori – non tutti, molti – si scelgono amici, e nemici, da recensire e da non recensire, dopodiché “mandano secondo che avvinghiano”?
Facciamo una moratoria letteraria, depenniamo il reato di lesa maestà.
La suscettibilità, il male di troppi.
Pubblicare si dice. Quindi diventare pubblici. Esposti al pubblico (trionfo/ludibrio).
Venire in piazza. Per riscuotere gli applasi, per prendersi i pomodori.
Gli umori dele piazze, si sa, son ballerini.
Chi ha paura delle piazze rimanga tappato in casa, chiuso, in un cassetto.
io domani farei volentieri un post che parla in termini entusiastici dei Tokio Hotel dedicato a sauro (se non andassi a roma a sentire il poeta catalano, che è a roma, non me lo posso mica perdere)
per il resto, se qualcuno trova in questo post qualcosa di offensivo nei confronti di babsi e del suo libro, ma soprattutto nei confronti della sua persona, boh, io non capisco