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La disperazione dello scrittore che non ha fatto salva con nome
Immaginate uno scrittore. Immaginate che sta scrivendo un romanzo. Anche un romanzo che a voi non vi dice niente, ma che lui in quelle centosettanta cartelle ci ha messo carne e sangue. Immaginate che l’ultima volta ha salvato tipo a maggio. Immaginate che un anno fa un suo amico scrittore gli ha detto: Ma che scusa non c’hai il Mac? Scrivi ancora sul piccì? Maddai!!! Allora lo scrittore in erba a guardare lo scrittore affermato, a vedere come è ganzo lo scrittore affermato, che giacchetta alla moda, che fichetta giovane che si porta dietro, si pensa che forse per diventare uno scrittore vero serve davvero un Mac. Allora va dal babbo e gli dice che è colpa sua (del babbo) se ancora non è uno scrittore affermato. E’ colpa del babbo che non gli ha comprato un Mac. Allora il babbo si sente in colpa di mantenere il figlio a Roma senza uno straccio di Mac. Allora glielo compra perché il figlio in questi anni non ha scritto niente però è pur vero che ha conosciuto un sacco di gente che ha scritto roba. Insomma glielo compra e lui non ha più alibi per non scrivere: ora è un vero scrittore: vive a Roma e ha un Mac. Allora il figlio non ha più alibi e si mette a scrivere un romanzo. Che poi alla fine non è manco male, potrebbero al limite pubblicarglielo. E un giorno, quando non dico che è finito ma poco ci manca, il Mac s’inchioda come un neopatentato e non dà più segni di vita come un comunista al governo. S’inchioda proprio quando ha finito di scrivere un capitoletto che gli sembrava anche ganzo. E in quel momento si ricorda che non aveva fatto salva con nome sulla chiavetta. E nemmeno sul cd, e non se l’era nemmeno spedito su gmail. E prende a maledirsi che tutti gli dicono scusa ma perché non hai fatto salva con nome sulla chiavetta, non te lo sei messo su un cd o non te lo sei spedito su gmail? Uno addirittura gli chiede perché non l’ha salvato su floppy ignorando che i floppy non esistono più e i computer di oggi non hanno più nemmeno il drive. E l’amico scrittore lo chiama che lui è depresso e dice: Ma scusa, ma anche te… quando uno fa sto lavoro la prima cosa da imparare è salvare. Ogni volta che uno ha finito tac e salva. Ma a lui invece di confortarlo questi consigli gli fanno girare i coglioni a bestia. E visto che il Mac si è rotto 3 volte in 6 mesi (ma è in garanzia) cominicia a maledire l’amico che glielo ha consigliato e a pensare che alla fine meno c’è e meno si rompe, voglio dire, se lo scrittore in erba avesse avuto una macchina da scrivere non lo fermava neanche Cristo!?! Al massimo finiva la carta, il nastro, si perdeva la pazienza ma mica il file. Lo fa presente all’amico scrittore che gli dice: Ma scusa lo sai che non vanno comprati i modelli a inizio serie, anche la Croma all’inizio dava un sacco di problemi. Invece io la Croma l’ha presa a fine serie, prima di uscire di produzione, full optional e a due lire, quando un modello raggiunge la perfezione… Allora bestemmia e bestemmia anche l’amico che gli aveva detto di farsi il Mac e che ha comprato la Croma a due lire full optional a fine serie. E poi una sera a casa dell’amico vede anche che c’è un pc perché non si sa mai. Allora ribestemmia ancora: Maremma maiala ladra troia vacca impestata, dice. Dice proprio così. L’ho sentito io.
Porta il computer in assistenza e mentre torna a casa dice maperchécazzo non ho fatto il falegname. Che se uno costruiva una madia mica la sera a letto non dormiva perché si era dimenticato di salvare le gambe.
Pregate per me. Pardon, per lui. Per lo scrittore che non ha fatto salva con nome.
22.06.2007 18 Commenti Feed Stampa
18 Commenti
CommentaE usara la macchina per scrivere?
Giovanotto,
posso capirla…
Da tempo il Marinati mi annunciava l’opera del millennio: una fulminante epopea che avrebbe polverizzato ogni record di vendite!
Ogni giorno gli telefonavo e gli dicevo:
-allora Marinati, a che punto siamo?
– Ci siamo quasi, Cavaliere – mi rispondeva sempre, con una malcelata eccitazione nella voce.
Un giorno si presenta in redazione…
io e lo Steregoni ce ne stavamo nel mio ufficio sorseggiando un bicchierino di zibibbo quando irrompe il Marinati:
-Cavaliere…
-Allora ci siamo, finalmente?
-No… ehm… ecco…
-Mi dica, Marinati, PERDIO, mi dica!
-Ehm… il mio computer si e’ fulminato
-E allora?
-Non avevo fatto una copia dell’op…
Non riesce neanche a finire la frase che lo Steregoni gli afferra una gamba ed inizia a mordergli furiosamente il malleolo, fino a divellerlo!
Una scena indimenticabile!
Tutto cio’ per dire che talvolta e’ meglio avere una copia di cio’ che si scrive.
Cordialmente,
Cav. Marcello Stacchia
La macchina da scrivere non ti tradisce, mai. Risme ci vogliono, risme e olio di gomito, non pugnette. Il prossimo lo scolpisco sulle tavole di Mosè…
P.S.(Serio) Ho portato l’HD a una ditta che lavora per il Senato della Repubblica italiana, per Telecom e ha la sede a fianco di una grade caserma militare. Recuperano dati attraverso una tecnologia che a quanto ho capito si avvale di una specie di scanner magnetico. Hanno recuperato dati dopo incendi, incidenti. Garantiscono l’88% di successo. Speriamo di non essere in quello sfigatissimo 12 restante…
prova prova
cavoli….non solo lo scrittore……ma anche il commentatore che non salva il commento !!!
200 righe perseeeeeeeeeeeeee
:-(
la macchina per scrivere
e non
la macchina da scrivere
Imperdonabile errore.
Io una volta ho scritto “lavami” sul lunotto posteriore di una 127 tutta polverosa. Quindi, in quel caso, macchina DA scrivere. Sfido chiunque a sostenere il contrario.
Sì, Sì, mi ricordo, in Isvizzera (va bene la “i” prostesica?) e giocavo sempre con le rachette da tennis, pardon, le racchette PER LA PALLACORDA… e dopo la partita mi concedevo lunghe passeggiate con il bastone PER il passeggio…
Forse non hai capito bene cosa mi è successo.
Filippo: recuperano dati attraverso una tecnologia…
però, veramente, credo che tenteranno di recuperarli dal TUO cervello.
con lo scanner magnetico e tutto.
si fa prima che a ripescarli da un mac.
le opinioni di neurologi e informatici convergono in tal senso.
sì, sì, hai ragione, ma immagina il mio cervello in questi giorni, hai presente la particella di sodio in acqua..
Ma non è solo per il libro, è che ho delle cose a cui tengo molto (non parlo di porno)
coraggio, pensa positivo, il tuo lavoro si salverà
ne sono certa
sarebbe stato molto peggio se tu non avessi dentro di te niente da scrivere
magari nel disk non si è salvato niente(ipotesi assurda) ma dentro di te, in sicurezza ,ci sono tante cose perfettamente salve.
non ti incazzare
le mie intenzioni sono buone
A questo punto non posso esimermi dal suggerire a tale scrittore di passare a Linux. Non ho resistito, scusa.
Sì, ma poi passando a Linux avrebbe un computer stabile e magari succede che non perde i romanzi. E se poi ce li dobbiamo leggere? Lasciamolo con windows98.
E’ vero, il mio analista dice che scelgo sistemi instabili per una forma di insicurezza pregressa: in sostanza, dice l’analista, non mi sento così sicuro di quello che scrivo.
Vedi? Hai fatto male a fare leggere il romanzo al tuo analista.
Mi dispiace,
ma effettivamente sei stato un SUPERFICIALOTTO!!!! Invece di tavole di Mosè io parlerei della parabola delle 10 vergini…. cinque avvedute e cinque nò…
Sbagliando si impara, ciao!!!!
Sono stato più che un superficialotto: un emerito coglione.
Di vergini, non ho avuto il piacere.
c’è mezzo che uno si stampi tutto ciò che scrive, acciocché il cartaceo mantenga ben fisso il lavorio mentale estromesso da la mente medesima,
co’ la conseguenza che se riempirà ogni stipo di suoi scartafacci,
co’ la consenguenza che eventuali coabitanti, poi, eventualmente lo espellano per eccesso di scarabattole.
Però si può provare.
Tuttavia vi sono i tarli malefici delle carte che, invidiosi del suddetto, possono divorarsi il lavorio.
Est modus in rebus,
o no.
MarioB.