Cabaret Bisanzio, laboratorio di finzioni > Zibaldone > Alla Fiera del libro
Alla Fiera del libro
Sabato arrivo alla Fiera del Libro di Torino. Subito folgorato da questa immensa libreria: 1400 espositori. In barba ai millantatori che sostengono che in Italia si legge poco. O che, addirittura, si pubblica troppo. Invidia, peccato capitale!
Raccatto a stento un programma della giornata e scopro che forse faccio in tempo a raggiungere, allo stand Mondadori, il mio mito: Enzo Nativo. Devo assolutamente farmi firmare un autografo su “L’ocarina di Lochmost“. Corro verso il padiglione n° 2, ma, arrivato allo stand, non trovo nessuno.
“Chiedo scusa, non doveva esserci Enzo Nativo?”. “Gli Enzo Nativo”, mi apostrofa la signora, “erano qui, sì. Due di loro. Sono andati via due minuti fa. Arriva tardi, mi spiace”. La guardo sgomento. “Gli Enzo Nativo”? “Gli Enzo Nativo, sì. Non lo sa? Sono cinque, Enzo Nativo sta per Enzambl Narrativo”. Minchia, penso, ho perso cinque autografi, non uno. E in un battibaleno ho guadagnato quattro idoli nuovi.
Una corsa a vuoto, fiato inutile.
Scopro su un depliant, però, che nel tardo pomeriggio Ettore Mascarponi parlerà nello spazio Internet Book Shop. Titolo dell’intervento: “C’è ancora spazio per l’aulicità nel linguaggio della scrittura fra filosofia e web?”. Non mi resta che aspettare. Girovago, così, tra le case editrici.
Passo dagli stand di Edizioni Barocche, Il sogno dell’esordiente, Nuovi Autori 2000, Pubblishing Editore, Edizioni Contemporanea, La medusa del mediterraneo, Edizioni Ioniche, Taranto Scrive. Tutte case editrici rifilate, ingiustamente, a posizioni di secondo piano. A piccoli banchetti quasi invisibili. Così viene trattato chi vuole sfuggire alle regole del mercato. Ma è a gruppi editoriali come questi che si deve la densa poesia di un Baldassarre Lajola; le pasoliniane atmosfere di Carmelo La Piana; le struggenti passioni di Margherita Rossi; le cerebrali visioni di GEoNesis.
Lo stand di Stamperia Edizioni, per la collana ContempoCapolavori, presenta, oltre a Ettore Mascarponi, Adalberto Motta. Mi ero promesso di non spendere troppi soldi qui dentro, ma come si fa a non comprare “Il cuore ha sempre ragione”? Come si fa? L’ho comprato, sono stato debole, ma so che non me ne pentirò.
Il tempo passa e, per riposarmi, assisto alla presentazione di VerdeNero. C’è Niccolò Ammaniti. Dal vivo non è come lo immaginavo, mi sembra sociopatico. Boh. Il dibattito è noioso e così, appena mi risveglio, mi sposto.
Pochi metri più in là, parlano di scrittura gggiovane Andrea Bajani, Valeria Parrella e Giulio Mozzi. Valeria Parrella litiga con il mai domo Alcide Pierantozzi sulla schiavitù al mercato editoriale (Alcide Pierantozzi è gggiovane scrittore da quando aveva quindici anni e filosofo e pensatore contemporaneo e non schiavo del mercato editoriale ed egosensibile e lo scrittore che Pasolini avrebbe voluto essere ma non c’è riuscito ed è edito dall’editrice Hacca, con l’acca, come Deborah). O almeno si vocifera fosse lui, visto che nel programma il suo nome non era segnato. Il dibattito mi distrae e guardando l’orologio mi accorgo che Ettore Mascarponi deve aver iniziato il suo intervento già da venti minuti. Mi allontano di corsa dal padiglione n° 5. Di nuovo tutto inutile, Mascarponi è andato via. Lo sconforto mi assale. Cerco un angolo lettura (difficile da trovare, a onor del vero) e apro le pagine di Adalberto Motta. “Tutto cominciò allorquando, in una brumosa sera di una giornata uggiosa, sotto un cielo che non sorrideva ma minacciava gli astanti con i suoi adirati cumulonembi, Matteo, allora diciottenne dal cuore sensibile, incrociò lo sguardo furtivo e fugace della bellissima Elena, donna fatale”. Questo l’incipit. Alla poesia non c’è mai fine, penso, e sospiro.
Non sono riuscito a trovare lo stand delle Edizioni Stacchia. Errore mio o assenza ingiustificata?
18.05.2007 26 Commenti Feed Stampa
26 Commenti
CommentaInetto grandinetto, promettesti di riportarmi dalla tua trasmigrazione a nord l’opere più elevate e dilettevoli, e debbo scoprire che ti sei tenuto l’Adalberto Motta tutto per te? Che sai quanto ho amato la lettura del Mascarponi che me lo tengo sul comodino sopra l’evangelo di C. Davinci?
Tu cerchi rogna, figliuolo.
Le Edizioni Stacchia, mio caro Grandinetti.
Come si suol dire, miei cari signori, sono sempre i migliori che se ne vanno. E le edizioni Stacchia, e il loro immenso patrimonio culturale ed estetico, hanno dovuto soccombere all’orda di nuovi barbari che stanno invadendo le librerie in cerca di profitto.
Gli Stacchia signori miei, la loro saga familiare, l’indimenticato Fondatore Benedetto Maria Stacchia, la pronipote Lapa Stacchia…
Le edizioni Stacchia sono naufragate portando avanti la loro opera più grandiosa, un libro che voleva coniugare la poesia del grande (e misconosciuto) Aldo Vuddico, i disegni astratti di Oki Fujikyo e le pregiatissime carte di mais goffrate delle Antiche Cartiere di Ventimiglia in Brollo. Uno snello libretto disponibile al prezzo di 38 euro.
Altre annotazioni sparse, dimenticate nel resoconto:
1) Ho scoperto che la peQuod esiste davvero. Non è solo un sito con una pagina per autori emergenti.
2) La Fernandel ha tra gli autori di punta: Morozzi, Morozzi, Morozzi, Morozzi e ancora Morozzi.
3) L’ancora del mediterraneo ha autori olandesi.
4) Fandango pubblica libri intitolati “Sete”, “Bargum”, “Oceano madre”. Cose così.
5) Sellerio non fa sconti in fiera. Come Luana, la prostituta che sta alla Marinella. Va beh, lei non lavora in fiera, ma fa lo stesso.
6) Non bisogna andare in cerca di donne. A differenza di molte altre fiere, qui le hostess sono alquanto deludenti.
7) Sandrone Dazieri è talmente grosso che mette la fede al mignolo.
8 ) L’Iperborea offriva un viaggio estivo in un posto caldo: la scandinavia. Va bene il riscaldamento globale e tutto quanto, ma non esageriamo, su.
9) L’editrice Araba Fenice brucia i libri per risorgere dalle ceneri.
10) L’ho già detto e mi ripeto: ci vuole sempre un punto dieci
Ohi Edo, lungi da me un’etica aziendalista, ma “Oceano mare” lo pubblica Rizzoli… (ah, quando ero un giovane standista sapessi quante volte ho dovuto rispondere così a ragazzine infoiate di Baricco).
“Sete” ha la bandella di Nesi più bella del libro.
Inoltre qualsiasi refuso contenuto in “Questa storia”, è del tutto imputabile a mio deficit dell’attenzione.
“Bargum, non pervenuto.(Nemmeno “Barnum”).
Iperborea è la casa editrice dell’Ikea.
Ohi Filippo, quando ho visto “Sete” pubblicato da Fandango mi è venuto un sacco da ridere. Con un’amica abbiamo iniziato a ironizzare “Ma ci sono libri come Bargum, Oceano Madre, Castelli di Stabbia”. Cose così. Ricordo che la cassiera si stava scompisciando dalle risate.
Massì dai, ridiamoci su, che ci sarebbe da piangere ci sarebbe. Ma le dispense delle lezioni di scrittura di Alessandro Baricco/Scuola Holden con il primo numero in allegato la gamba di legno di Achab ce l’avevano allo stand?
Allo stand della Holden ho trovato una chicca. Ne riparleremo.
Taddeo copione!
Peccato che Pierantozzi sia diventatopiù schiavo di tutti visto che esce con Einaudi
mancava la lipperini per completare il circo…
@Allegra: hai dovuto scrivere due volte il commento ed è apparso solo ora perché era finito nello spam. Sorry, ho rimediato.
@Allegra. Perché, cos’hai contro Loredana Lipperini? Questa ironia da quattro soldi tienitela per te.
Pierantozzi è bravo. Questo sarcasmo è fuori luogo.
“Il lonfo non vaterca né gluisce
e molto raramente barigatta,
ma quando soffia il bego a bisce bisce
sdilenca un poco, e gnagio s’archipatta.” (Fosco Maraini citato da Filippo Bologna)
Ma chi è seia montanelli?
A me Pierantozzi pare solo uno sborone che dice vaccate. Panorama di venerdì scorso, Manuela Grassi: “Autore di cui, nel bene e nel male, andremo fieri.” :ç Panorama di due mesi prima, Fasanotti: “Genilale. Talento per sondare l’anima.” :ç
Aspettiamo con ansia la sua distruzione con 5 pagine di D’Orrico. Gli auguro la fine di Colombati.
Anthony: potevi dirlo che l’ho citato solo per sfotterlo il Pierantozzi, che poi si pensa che io lo consideri un genio, ho una reputazione da difendere io, presso chi mi conosce naturalmente :-)
è proprio questo il punto:sfottere. Intanto quello lì esce con i coralli einaudi e voi tenete il blog su splinder
Nonononò e poi no! Noi non abbiamo splinder! Toglietemi tutto ma non il mio wordpress, please!
Ragazzi, non vi bevete tutte le puttanate Tizio è un ganzo perché pubblica con Caio…
Il fine di questo mestiere non è pubblicare, ma scrivere bene.
State sereni.
“Beati gli splider che un giorno avranno un posto nei cieli.”
Da una lettera di San Paolo ai dorrichi.
Che poi se uno è bravo il sarcasmo lo accetta e ride con gli altri.
ehi, io SONO di splinder.
cos’è questa, discriminazione bloggica?
Giovanotti,
lo stand della STACCHIA non c’era, e’ vero. Ma c’e’ un motivo: IL CAVALIERE NON HA IL DONO DELL’UBIQUITA’!
Dovendo scegliere tra le manifestazioni culturali concorrenti che hanno richiesto la presenza della nostra casa editrice bella, la direzione della stessa (ovvero il sottoscritto) ha deciso che era meglio presenziare ad una convention ben piu’ interessante e prestigiosa della noiosa ed inutile fiera del libro di Torino: il Mi-SEX.
Quivi il Fiunda presentera’ in esclusiva un inedito intitolato: “Sesso estremo a Pizzo Calabro”.
Cordialita’,
Cav. Marcello Stacchia
Ill.mo Dott. Comm. Cav. Stacchia,
mi scuso per aver insinuato sue eventuali inadempienze. Ora che mi è noto, capisco che altri e più urgenti impegni la tenevano lontano dalla Fiera del Libro. Sì, come lei, giustamente sottolinea, era inutile una presenza di Lei e del Fiunda in quel di Torino. Il Mi-SEX, si sa, è ben altra e più prestigiosa cosa.
Le chiedo, però, di grazia, se può sciogliere un dubbio che mi si insinua: “Sesso estremo a Pizzo Calabro” si collega a “La mia vita bondage a Zaccanopoli” del Tinozza?
Cordiali Saluti,
Edo Grandinetti
Giovanotto,
non lo dica neanche per ischerzo…
Se Lei sapesse quanta sofferenza ha causato la stesura di quel libro al Tinozza (ha ancora un lucchetto che gli tiene indissolubilmente unito lo scroto al labbro, per di piu’ leporino!) non si azzarderebbe neanche a farne menzione!
Ci vuole rispetto per l’arte! Specialmente quando e’ concepita cosi’ dolorosamente!
Cordialita’,
Cav. Marcello Stacchia
E due. Mi cospargo il capo di cenere.
Riverisco,
Edo Grandinetti