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Dell’amicizia
– Ciao, come stai?
– Ciao! Sto bene grazie, e tu? Ma guarda te, quanto tempo!
– E sì, è passato qualche mese… Allora come stai?
– Bene, benissimo. Cioè mi son lasciata da poco, ho perso il lavoro, e anche di salute non è che… però va tutto bene. Ma lo sai che sono felicissima di sentirti? Ci eravamo proprio perse di vista. A volte basta poco, basta avere qualche pensiero in più e la telefonata che volevi fare la rimandi al giorno dopo e poi a quello dopo ancora e poi a quello dopo ancora… finché passa un sacco di tempo e si perdono i contatti, senza un vero motivo. Ma dimmi, tu come stai? E tua mamma? E il tuo ragazzo? E il lavoro?
– Eh. bene, anch’io.
Senti, te la ricordi la Francesca?
– Ehm… ma chi, la tua amica?
– Sì, lei. Francesca. Lo sai che si sposa, vero?
– No, non lo sapevo…
– Eh, si sposa la settimana prossima.
– Che bello!
– Bene. Pensavo: ci staresti a farle il regalo insieme?
– Ehm, ma veramente non mi ha invitata…
– Ah, be’… Senti… allora è stato bello risentirsi.
Magari prima o poi ci si rivede, eh?
– …
10.04.2007 28 Commenti Feed Stampa
28 Commenti
CommentaQuando uno perde una cosa, finisce poi col perdere tutto. Già.
testo perfido, assolutamente perfido. Lancinante e verissimo. Anche qui, dietro poche parole fa capolino una lunghissima storia. Mi è piaciuto
grazie Daniele.
A me invece è piaciuto un po’ meno viverlo… ;)
Gentilissima Elisabetta,
non sto a dirle che mi piacerebbe essere Cesare, Giulio Cesare, e giocarmi ai dadi un suo sorriso: vedere una chiostra di splendidi denti apparire tra le sue labbra sensuali.
Dicendoglielo svelo un artificio retorico e cado nel discorsivo, come se nell’esprimersi un desiderio già magicamente vagasse anelante alla sua soddisfazione. Rimango così sospeso a questa espressione di me di cui le devo un grazie, attendento che decanti, e quando sarà, sarà forse su altre e per altre labbra: ma che fa!
Signor Kurtz, lei è avvocato, architetto, professore, notaio o idraulico?
Idraulico, ça va sans dir.
al, non ci ho capito molto di quello che hai detto, sono un’anima semplice lo sai, ma se mi chiedevi un sorriso ti accontento subito.
ad un idraulico filosofo non si può negare…
e tu zia, a cuccia!
Elisabetta.
Il tubo che io capisco giammai si spiegò.
Non mi lusinghi con confidenze pericolose, o mi toccherà commentare il suo scritto.
oddio no, un tuo commento al mio scritto no!
è un dialogo poco credibile… alla tua seconda battuta non puoi parlare così tanto con una che non vedi da tempo, e poi non la incalzi quando lei ti risponde solo: “eh, bene anch’io”… è una cosa troppo stringata, io la riscriverei
max
max, grazie al cielo non siamo tutti uguali.
esistono al mondo persone così proiettate su sé stesse che sarebbero capaci di sostenere telefonate di ore parlando solo di sé stesse, indipendentemente dal fatto che dall’altra parte le si ascolti o meno.
e che per lo stesso motivo in fondo se ne fregano di come sta l’altro e la domanda “tu come stai” ecc ecc è per loro un semplice pro forma.
non c’è mai un solo modo di essere mostri.
ed in questo dialogo non ce ne sono due.
è semplicemente un dialogo fra sordi.
e.c. ovviamente volevo scrivere: “ed in questo dialogo ce ne sono due” di mostri.
è vero hai ragione, è solo che ho notato con l’esperienza che le persone logorroiche, che di solito sanno di esserlo e si sentono in colpa del fiume di parole che sta per sgorgare da loro, indugiano di più prima di assalirti, aspettano il momento giusto, si contengono, ovviamente per fare l’opposto, è come un elastico che si tende… te lo dico da lettore: hai colto qualcosa di importante, ma non l’hai sviluppato
max
grazie per i suggerimenti max. sul comportamento dei logorroici penso tu abbia ragione.
per mia sfortuna (?) ne conosco una sola, ma in effetti non ho ben chiaro come si comporta: appeno sento che è lei al telefono, inserisco “il pilota automatico” buttando lì ogni tanto un “ma davvero?” “ah si?” e non ascolto una parola di quello che dice :)
facciamo che la mia è una logorroica inconsapevole e si taglia la testa al toro! :)
per punizione ora chiami la tua unica amica logorroica e ascolti (e ti segni) tutto quello che dice…
– Pronto…
– sì, ciao, sono quella di prima, ti ricordi?
– sì, ciao!
– no, niente, volevovo dirti che era solo un pretesto per sapere come stavi…
– uh, bene grazie. E tu come stavi?
-come?…
– oh, no, scusa, volevo dire come stavi prima ma volevo anche sapere come stavi adesso…
ehm… un’altra punizione no?
:) scusami sono uno stronzo… è che l’idea mi piaceva…
l’idea di punirmi con la legge del contrappasso o l’idea del post? :)
perché se ti piaceva la seconda, puoi sempre buttare giù una tua versione!
non è una provocazione, dico sul serio.
così vedo cosa intendevi.
io avevo intenzione di buttar giù una cosa stringata che facesse sorridere a denti stretti, una cosa semplice e veloce.
per questo ho tagliato corto sui “preliminari”.
perché non mi fai vedere come avresti scritto tu sul tema?
dovrei lavorarci notte e giorno per un mese… così mi punisci tu
la battuta: “Senti, te la ricordi Francesca?” la dice la logorroica o l’altra?
Egregio signor Massimiliano, spero che lei sia notaio e voglia sposare la mia nipotina, che è tanto brava.
Venendo alla sua domanda, chi parla cambia quando c’è il trattino. Dunque
“- Eh. bene, anch’io.
Senti, te la ricordi la Francesca?”
è detto dalla stessa persona, magari con una lunga pausa dove va a capo.
Io sono la zia e so tutto, come vede.
Spero di esserle stata utile e che lei pertanto voglia prendere in considerazione un eventuale matrimonio con la mia nipotina.
mi sento schiantato, come la Roma
no Massimiliano, non fare così, mia zia ci prova sempre. tu non ti preoccupare, non mi devi sposare.
Eli, me la fai conoscere la zia? Vista l’età (mia) e la condizione (single), posso sposare lei??
se proprio ci tieni… a tuo rischio e pericolo te la presento (però poi non dire che non ti avevo avvertito!)
Signor Billitteri, mi spiace deluderla ma non ho il tempo di sposarla. Sono così impegnata nell’organizzare il matrimonio della nipotina che non trovo mai il tempo per me. E poi lei non è notaio.