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Incipit 1.0: Aprì gli occhi
Aprì gli occhi, ed era già il giorno dopo.
7.13, segnava l’orologio. La testa saltellava a ritmo di treno, mentre il sole gli si poggiava su una tempia, filtrato dalle tendine del finestrino.
Per addormentarsi aveva usato i tappi, visto che quel tipo grasso che dormiva con lui stava russando da due ore, senza dargli tregua. Per fortuna aveva l’abitudine di portarli con sé.
Finalmente una notte senza incubi. La pillola, presa prima di chiudere gli occhi, aveva fatto effetto. Era il terzo tentativo in tre notti.
30.03.2007 27 Commenti Feed Stampa
27 Commenti
CommentaPiù che altro è il Sypariüm şhow che mi perplime.
Soprattutto la dieresi (o è un’umlaut?). Insomma (fuori dai denti) dietro il sipario, davanti, sotto, sopra o trasversale?
Quella del missionario: l’uomo sopra e la donna sotto. La natura è la natura e non si discute.
veramente la natura prevede anche altro…
No, che io sappia la natura non prevede altro. Mi pare che la nautura vada in una direzione ben precisa, e tutto quallo che non porta in quella direzione è un vicolo cieco. La natura deve andare avanti e quindi c’è bisogno del tipo di amore del “missionario” o del Kamasutra – fa lo stesso. Ma la natura ha una strada ben precisa e sarebbe solo un divertimento fine a se stesso prendere strade diverse, perché poi queste strade diverse secondo me non portano a niente. Però devo anche dire che ognuno è libero di fare quel che vuole. Io sono per il missionario.
cr, ma non hai mai visto 2 cani maschi fare sesso? Oppure mai sentito parlare degli scimpanzè pigmei bonobo?
E sopratutto, che c’entra tutto ciò con l’INCIPIT di Ted? :))
@ Edo: l’incipit ok…ma ora possiamo leggere il resto?
@ Kilo: monotematico sei?…
Speriamo che l’incipit di Edo non sia contro natura, perché il papa alla natura ci tiene.
Veramente avevo detto: è il Sypariüm şhow che mi perplime. E la dieresi, al limite.
Com’è che siamo finiti dal Pastore Tedesco?
L’incipit di Edo mi sembrava chiaro: inizio (incipit) di giornata dopo notte in treno.
@silviù: Umlaut, perché qui siamo in Turchia. E l’incipit è quello di un romanzo, il romanzo che Edo sta scrivendo da alcuni decenni, il capolavoro che rivoluzionerà la letteratura turco-nicastrese.
io monotematico? perche’ parlo di sesso?
ma chi sei mia cognata?
sei miriam t?
e che c’entra su questo blog?
l’incipit generico non porta da nessuna parte. Se si gioca all’incipit, questo deve subito dirci, almeno, su quale continente stiamo camminando. Di conseguenza propongo di scegliere un genere (dal noir alla lettera d’amore, fete voi) e misurarci nel relativo incipit. C’è nel sito un luogo dove questo è possibile?
Tra alcuni giorni uscirà il mio incipit. Genere: buttàno.
L’incipit di Edo non è generico. E’ aperto.
Oh bella! I cani maschi fanno sesso tra loro quando uno dei due ha problemi di perdite di sangue dall’ano!. E i babbuini maschi si strufugliano tra loro ma solo perché non hanno un cazzo da fare. L’incipit in effetti è un po’ corto e non dice granché.
Insomma, quando scrive: Aprì gli occhi, ed era già il giorno dopo. Da cosa si caspisce che è il giorno dopo? E il giorno prima, a noi che leggiamo che importa? Ce lo dice dopo del giorno prima? ma dopo quando? Cioè il lettore si stanca secondo me se le cose non gliele si spiegano tutte. Il lettore è pigro, le cose le vuole sapere tutte per filo e per segno. L’incipit è determinante perché è come fare un castello con le carte, quando hai messo bene quelle di sotto il resto è più solido.
@ c.r.: tu pensi di aver detto prioprio tutto nel primo commento che hai fatto?
Lucy
poi.
@grandinetti: ho visto la tua foto: ma quanti erano?
Lucy
Trattandosi di un commento ho detto tutto. Se avessi fatto un incipit ci avrei messe le cose di un incipit ma siccome è un commento ci ho scritto quello che era giusto scrivere in un commento. Siccome poi è stato commentato che l’incipit non è stato commentato, l’ho commentato cercando di metterci tutto quello che fosse possibile scrivere sull’incipit, anche se non ho capito perché commentare un incipit così breve. Però ho commentato e spero che si apprezzi il mio commento. Personalmente però preferisco i romanzi metafisici.
Mi chiedo anche: quello che per noi è scontato, lo è anche per chi legge? Un conto sarebbe, secondo me, scrivere ininterrottamente come il flusso dei pensieri, e poi lasciare lo scritto così com’è o in seguito limare un po’ e aggiustare con un pizzico di olio sale e pepe (alcuni preferiscono l’agrodolce), dopo aver liberato la fantasia, cercare di mettersi nei panni di chi legge. A me ad esempio non va di dover star lì a decifrare un testo, a meno che non si tratti di un giallo dove qualche elemento è per forza tenuto misterioso.
Se uno non ha voglia di leggere c’è sempre la televisione.
Eh sì, adesso la colpa è della televisione! Dicono sempre che in Italia si legge poco. Ma un poveretto che si legge Il codice da Vinci come fa dopo a fare una buona scelta di lettura? Dalle mie parti si dice: una ciliegia tira l’altra… Dopo il Codice da Vinci cosa tira, nel senso quale gusto rimane, cosa va in cerca il lettore, dopo che ha letto il Codice da Vinci? Mah, sono perplesso.
“Angeli e Demoni”. Dopo il “Codice da Vinci” si legge “Angeli e Demoni”.
ehm, antonio, ma è proprio obbligatorio?
perché io il primo l’ho letto per curiosità, ma il secondo…
preferisco riservare il mio masochismo ad altri campi!
Angeli e Demoni è fasullo, inverosimile , esilarante. Se penso che quello lì ci si è fatto alcune tonnellate di dollari, mi mangerei il fegato uso Hannibal The Cannibal: con le cipolline
Intanto un povero Christo che ha chiesto il perché di Sypariüm şhow, oltre a sentirsi dire siamo in Turchia quindi Umlaut, deve starsene lì impacchettato ed esposto al pubblico Ludibrio (come faccio a mettere la Umlaut sulla U???)
@silviù: Un povero (?) Christo per forza di cose deve starsene impacchettato, lo sai benissimo.
Chiedevi: “Insomma (fuori dai denti) dietro il sipario, davanti, sotto, sopra o trasversale?”. Ovunque, purché sia rapido e poi, puff, svanisca.
Oh Edo, ma chi te l’ha detto che Silviu’ è forma tronca di Silvius arboreus faggensis (con l’accento teneramente aggoiunto).
;-)